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  • Ambiente di lavoro tossico?

    Ecco alcuni consigli per affrontare al meglio un ambiente di lavoro tossico Frasi molto forti come: “Non è un mio problema”; Non sono pagato per questo”; “Non è una mia responsabilità” ecc. ecc., se inserite all’interno di un contesto lavorativo sono la chiara rappresentazione di una cultura aziendale problematica, tesa, frustrata e senza via di uscita. Un ambiente di lavoro tossico è caratterizzato dalla presenza di comportamenti negativi che inevitabilmente diventano parte integrante della cultura aziendale e si espandono a macchia d’olio su tutta l’azienda compresi i nuovi arrivati. Numerosi sondaggi e studi del settore, hanno evidenziato che uno dei primi effetti di un ambiente tossico è rappresentato dallo stress psicologico. La pressione costante, le aspettative irragionevoli e le dinamiche interpersonali negative possono contribuire allo sviluppo di disturbi d'ansia, depressione e stress cronico che possono portare anche a un aumento di offboarding e turnover. Come migliorare l’ambiente di lavoro Il ruolo dei manager in un contesto così complesso gioca un ruolo cruciale per garantire e promuovere un ambiente di lavoro sano e produttivo. In un'epoca in cui la tecnologia è al centro delle dinamiche aziendali, l'adozione di strumenti avanzati può rivoluzionare il modo in cui le organizzazioni operano per migliorare significativamente il contesto lavorativo. Ecco alcuni software che possono aiutare ad ottimizzare il lavoro quotidiano e favorire la collaborazione tra colleghi: BEACONFORCE: Grazie a questo software è possibile inviare sondaggi anonimi, misurare il livello di soddisfazione dei collaboratori, monitorare il clima aziendale ed identificare eventuali problemi nascosti all’interno dell’azienda. SKILLATO: In un mondo in costante evoluzione, la formazione continua è cruciale. Grazie a questa piattaforma di formazione online, è possibile offrire ai dipendenti l'opportunità di sviluppare nuove competenze e rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del settore. Questo strumento non solo migliora le competenze interne, ma contribuisce anche a creare una cultura aziendale orientata alla crescita e all'innovazione. Le aziende che abbracciano queste tecnologie non solo migliorano la produttività, ma anche la soddisfazione dei dipendenti, promuovendo un ambiente di lavoro dinamico e stimolante. Investire in strumenti avanzati è il passo avanti verso un futuro aziendale più sostenibile e competitivo.

  • Ciao Mino, il tuo animo di grande innovatore ci sarà sempre d’ispirazione!

    Giovedì 14 settembre ci ha lasciato il fondatore del primo gruppo italiano di software A 85 anni si è spento Domenico Zucchetti (‘Mino’ per tutti), l’imprenditore che ha portato l’informatica nel mondo del lavoro. Nato nel 1938 a Cornegliano Laudense da una famiglia di agricoltori, si laurea in Economia e Commercio a 23 anni e dopo aver ottenuto la cattedra come professore di Ragioneria all’istituto Bassi di Lodi decide di aprire il proprio studio commercialista. Nel corso della sua attività professionale conosce i primi computer dell’epoca e nasce così l’idea imprenditoriale che ha cambiato la sua storia e quella dell’informatica in Italia: realizzare il primo software per la dichiarazione dei redditi. Un primato e un successo al quale ne seguono molti altri, tanto da far diventare Zucchetti la prima azienda italiana per fatturato software, con oltre 700mila clienti tra imprese e professionisti. La tenacia, la passione e la volontà di lavorare con impegno e qualità e di superarsi continuamente sono i valori sui quali Mino ha fondato la sua azienda, ma soprattutto ha trasmesso ai suoi collaboratori il messaggio di migliorare la vita delle persone con la tecnologia e l’innovazione. Un imprenditore illuminato, un precursore dei tempi, un uomo fiero delle sue radici contadine e lodigiane. Un esempio di umiltà e buon senso. Buon viaggio Mino! Continueremo la tua storia con orgoglio, ispirandoci sempre alla filosofia aziendale che ci hai lasciato e alla quale hai sempre tenuto tanto.

  • Timesheet in azienda: che cos'è e perché è importante utilizzarlo

    Il mondo in cui viviamo e lavoriamo quotidianamente ha sempre maggiore necessità di possedere i dati: necessitiamo di dati puntuali di vendita per pianificare le strategie future e dati di accessi nel punto vendita per destinare le risorse opportune. Ma c’è una specifica tipologia di dato che da sempre necessita di essere monitorato e governato: il costo del lavoro. Il personale dipendente ha costi derivanti dalla tassazione, dagli accantonamenti, dai benefit aziendali, e ogni dipendente ha naturalmente un costo differente dal suo collega. Rendicontare correttamente le attività lavorative dei dipendenti permette di non perdere nessuna fondamentale informazione sull’impegno lavorativo e di conseguenza si avrà la corretta allocazione dei costi aziendali. Per gestire questa fase cruciale dell’attività aziendale interviene ZTimesheet: l’applicativo della suite Zucchetti che nasce per essere il collante tra la contabilità analitica e le risorse umane. Le modalità di utilizzo di ZTimesheet sono molteplici: si può rendicontare l’attività tramite la timbratura di produzione che permette, tramite smartphone in totale mobilità o tramite timbratori fisici, di iniziare la prestazione lavorativa si può gestire tramite il Workflow Timesheet, un’agenda lavori che il dipendente via web o via app compila per indicare cosa ha fatto e per quanto tempo il Workflow Teamwork in cui è il responsabile di gruppo ad indicare l’attività lavorativa dei propri collaboratori ed altre tipologie di gestione. Bio Autore Massimo Castria | HR Digital Consultant e Brand Ambassador Appassionato da sempre di tecnologia e informatica. Mi piace il confronto diretto con le persone e reputo che i rapporti umani siano un elemento fondamentale per costruire un ottimo lavoro di squadra e ottenere ottimi risultati.

  • La gamification, un approccio innovativo e vincente per i processi HR

    L’adozione delle tecniche di Gamification in azienda ha aiutato negli ultimi anni gli uffici HR ad individuare strumenti sempre più innovativi e adatti ad attrarre, mantenere, coinvolgere e far crescere nuovi talenti. L’aspetto ludico rappresenta una formula vincente poiché utilizza le leve del divertimento e della competizione per aumentare motivazione e coinvolgimento, innescare comportamenti positivi e virtuosi, promuovere il senso di gruppo, consolidare la brand identity e migliorare le performance. L’utilizzo della Gamification porta una serie di vantaggi al business aziendale e all’aumento della competitività, applicabili a qualsiasi contesto imprenditoriale che abbia voglia di investire in qualcosa di contemporaneo, tecnologico e fortemente innovativo. 1) Processi di selezione più rapidi ed efficaci L’applicazione di logiche di gaming in fase di recruitment rende l’iter di selezione più dinamico e fornisce informazioni che vanno oltre il bagaglio di esperienze professionali e competenze. I giochi interattivi e i test utilizzati consentono di mettere alla prova le capacità di reazione e di problem solving, la versatilità, l’intuizione, la creatività, garantendo al recruiter la possibilità di raccogliere un bagaglio prezioso di informazioni relative alle soft skill dei candidati. L’utilizzo di questi strumenti consente inoltre di effettuare un primo screening che agevola e velocizza il lavoro dei recruiter, sia perché gli algoritmi di selezione presenti sulle piattaforme dedicate permettono di snellire automaticamente la rosa di candidati su cui focalizzarsi, sia perché evidenzia i profili più motivati. 2) Fidelizzazione dei neo-assunti L’onboarding rappresenta un momento delicato: è la fase in cui azienda e neo-assunto fanno la reciproca conoscenza, e può avere un forte impatto sulla fidelizzazione dei nuovi dipendenti e sul loro successo nel nuovo percorso professionale. L’utilizzo di logiche di gamification stimola da subito l’engagement del neo-assunto grazie all’invio di messaggi personalizzati, alla disponibilità di percorsi formativi ben strutturati a cui è possibile accedere anche da mobile, alla possibilità di condividere in modo innovativo comportamenti e valori aziendali, magari con brevi video interviste a colleghi. In questo modo il nuovo collaboratore si sente stimolato, motivato e rassicurato e può iniziare a creare valore più rapidamente. 3) Continuous learning e knowledge retention La Gamification applicata ai percorsi di formazione aiuta gli HR Manager a creare esperienze che coinvolgono pienamente i collaboratori, catturando la loro curiosità, motivandoli nel raggiungimento di determinati obiettivi - personali e d’impresa - e trasformandoli da attori passivi a partecipanti attivi, poiché incentivati ad espandere la loro esperienza di apprendimento mediante commenti, condivisioni sui social e partecipazione a nuove iniziative. Entusiasmo e spirito di sana competizione consentono di acquisire più facilmente anche nozioni complesse. La possibilità di fruire di questi contenuti in qualsiasi luogo - anche da mobile - e l’utilizzo di brevi pillole video incentivano la partecipazione costante degli utenti, stimolando continuamente il ricordo e fissando i concetti trasmessi. I benefici evidenziati non sono certo da intendersi come esaustivi, ma i risultati concreti ottenuti dalle realtà che hanno introdotto queste logiche evidenzia come la ludicizzazione in ambito HR non sia destinata a essere una moda passeggera ma una tendenza consolidata, sicuramente grazie anche alla spinta di Millenials e Generazione Z, generazioni abituate alla logica del gioco. La possibilità di trasformare l’azienda in un luogo in cui le persone si sentono riconosciute e premiate per i propri risultati e, di conseguenza, incrementano la produzione di valore non può che rappresentare una strategia vincente. Bio Autore Silvia Giubeli | Account Manager e Brand Ambassador Account manager con un bagaglio che attinge dal marketing e comunicazione. Amo costruire relazioni durature basate sulla fiducia, in ottica win-win: dall’empatia nasce il vero gioco di squadra, perché i risultati più importanti si creano da obiettivi condivisi.

  • Come organizzare al meglio la vita aziendale grazie alla Human Resources Management

    L’organizzazione della vita aziendale è facilitata dalla disponibilità di modelli e di sistemi predefiniti che consentono di stabilire i compiti, assegnare responsabilità ad ogni funzione, posizione e soggetto in azienda, stimolando gli interessi e regolando l’attività lavorativa per contribuire al raggiungimento degli obiettivi pianificati dall’azienda. I sistemi di gestione delle risorse umane (Human Resources Management) esercitano un’azione di orientamento a supporto delle figure degli HR Manager, con l’obiettivo di sviluppare modelli di gestione strategici orientati alla valorizzazione ed alla costruzione di una vision aziendale chiara e definita. HRZ si presenta alle aziende come partner accreditato a supportare l’HR Manager nel dare corso a questo impegnativo ed esigente ruolo, mediante l’individuazione delle priorità e la definizione degli interventi, proponendo strumenti che, all’interno della piattaforma integrata HR Infinity Zucchetti, determinano una cultura organizzativa indirizzata a valorizzare i collaboratori, valutare le capacità e le competenze presenti in azienda nelle funzioni critiche e gestire tutto il flusso HR a 360°. HRZ impegna da sempre i suoi professionisti a condividere le responsabilità soprattutto nei momenti di riorganizzazione aziendale: accanto alla identificazione delle criticità intente a favorire la lungimiranza nelle scelte e nella definizione di piani di azione improntati a strategie di Socializzazione organizzativa e Promozione aziendale interna. L’impronta di socialità, rinvenibile nella forte interazione personale, in ragione dei valori e degli interessi condivisi, assicura al lavoro in team lo scambio di informazioni, in un clima di immediatezza, creatività e sincerità. Bio Autore Andrea Sanchirico | HR Consultant e Brand Ambassador Appassionato di risorse umane e comunicazione. Vivo di piccoli dettagli e grandi sorrisi. Cerco sempre di vedere le cose da un punto di vista differente. Non smetterò mai di imparare...è troppo bello, quasi come un goal al 90’.

  • Open Day HRZ | Apriamo le porte ai giovani

    5 appuntamenti di Open Day in cui HRZ aprirà le porte alla generazione Zeta! Le giornate saranno dedicate ai corsi professionalizzanti in ambito tecnico - digitale organizzati in collaborazione con Jobtain. Diplomati under 30, giovani appassionati di informatica e tecnologia, potranno partecipare alla presentazione dei nuovi corsi in partenza a marzo 2023 per conoscere le nuove frontiere del digitale e le opportunità di inserimento professionale. Durante i giorni dedicati all’Open Day è possibile partecipare ad incontri di orientamento, ricevendo informazioni e indicazioni sul percorso accademico e sull’approccio professionale HRZ. LE DATE 10 e 24 ottobre 2022 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 7 e 21 novembre 2022 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 12 dicembre 2022 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 presso HRZ Milano Via Brembo, 23 20139 - Milano (MI) Scegli la data e ISCRIVITI SUBITO

  • Perché è importante formare i tuoi dipendenti all’utilizzo di nuovo software?

    L’unica costante nell’era della Digital Transformation è il cambiamento e l’adattamento costante all’innovazione. Infatti, non appena i dipendenti si interfacciano con un nuovo software, sistema o tecnologia introdotta in azienda, ne arriva subito un altro/a. Chiaramente si tratta di cambiamenti migliorativi e positivi per il management che spesso vengono percepiti come frustranti ed impegnativi per i collaboratori. Un errore comune che le aziende commettono quando implementano nuovi software è quello di chiedere ai dipendenti, già carichi di lavoro e con poco tempo libero, di trovare magicamente dei “ buchi” nella loro giornata lavorativa per aggiungere formazione. Ovviamente la diretta conseguenza è che l’attività di apprendimento verrà rimandata a data da destinarsi; quindi, la chiave del successo è sapere come formare le risorse in maniera semplice e veloce. Per questo nasce il nuovo servizio Diamond: Virtual Training! Infatti, se il software è stato installato, configurato e l’ufficio HR ha concluso la formazione è il momento di sfruttare tutte le potenzialità della nuova soluzione in azienda. Con il servizio Virtual Training, formare i collaboratori all’utilizzo è semplicissimo! Realizzeremo video tutorial ad hoc totalmente personalizzabili da condividere facilmente all’interno dell’azienda, attraverso dimostrazioni pratiche il formatore illustrerà i singoli passaggi dell’utilizzo quotidiano delle procedure.

  • Zero Trust: il modello di sicurezza basato sull’assenza di fiducia

    Introdotto per la prima volta da John Kindervag, analista della Forrester Research nel 2010, Zero Trust Security è un modello non convenzionale per la sicurezza IT. Si tratta di un’architettura ibrida e dinamica, all’interno della quale tutti gli host e le reti sono trattati con zero fiducia. Bisogna assumere che tali host e reti esterne siano connessi alla rete Internet, quindi a reti non sicure, compromesse. Per cui, ogni utente deve essere sottoposto ad un rigido processo di verifica dell’identità per poter accedere a dati, applicazioni ed infrastrutture aziendali. Perché le vecchie strategie di sicurezza non bastano più? Con l’accelerazione della digital transformation aziendale avvenuta negli ultimi anni tutte le imprese, dalle più grandi alle più piccole, si sono adoperate nell’adottare sistemi di sicurezza informatica capaci di contenere minacce sempre più complesse e crescenti di pari passo alla modernizzazione tecnologica. I nuovi processi aziendali aumentano l’esposizione a rischi e minacce “di nuova generazione”, pertanto le strategie standard non sono più adatte a garantire una protezione efficace. Questo perché tali modelli, della cosiddetta sicurezza perimetrale, si basano sulla fiducia piena a quanto avviene all’interno della rete (il perimetro) e dell’infrastruttura gestita, e sul firewall - letteralmente “muro di fuoco” – che deve impedire uscite e ingressi non autorizzati a qualsiasi tipo di programma. Ma perché ciò non è più abbastanza? In primis, perché utenti, dispositivi e dati non si trovano più solamente all’interno del perimetro aziendale. Inoltre, gli attackers moderni possono compiere attacchi laterali, entrando nel perimetro tramite host e device compromessi. Ed è qui che si esplica il punto di forza della Zero Trust Security che, invece, può agire proprio su queste minacce non visibili, localizzate non solo nei data center ma anche in punti d’infiltrazione presenti in tutto l’ambiente informatico. Qualsiasi azione, comunicazione, o richiesta di accesso alle infrastrutture deve essere debitamente verificata ed autorizzata, rispettando a pieno il concetto di “never trust, always verify”. Fondamenti della Zero Trust Security e perché è una strategia vincente La Zero Trust Security si basa fondamentalmente sulla micro-segmentazione di tipo granulare e sul privilegio minimo. I principi della ZTS sono dunque i seguenti: Verifica esplicita e continua: le reti sono tutte potenzialmente ostili, non esiste un perimetro o un dispositivo sicuro. Di conseguenza, ogni dispositivo, utente o rete deve essere autenticato ed autorizzato. Least Priviledge Access: ogni accesso alle risorse deve prevedere il minimo dei privilegi sufficienti e necessari per permettere alle persone di svolgere il proprio lavoro in modo sicuro. Assume Breach: comportati, ragiona ed agisci sempre assumendo che ci sia stata una violazione, applicando i principi precedenti. Non solo eventuali attackers non potranno utilizzare connessioni non approvate e spostarsi lateralmente da un’applicazione o da un sistema compromesso, ma eventuali danni saranno limitati alla più piccola superficie esistente. L’approccio olistico del modello Zero Trust Security aiuta dunque a garantire la sicurezza della rete anche di fronte alle sfide moderne poste dalla mobilità, dall’IoT allo smart working.

  • NIS 2.0: cosa cambia con la nuova Direttiva Europea

    La consapevolezza è una costruzione, quotidiana e faticosa, del nostro modo di approcciarci alle cose che ci circondano, in modo critico e responsabile, per poter arrivare ad un agire comune e condiviso. Un tipo di consapevolezza, definita del rischio, che non dobbiamo pensare ci renda meno liberi, ma semplicemente più accorti, è quella che viene richiesta dall’aggiornamento della Direttiva NIS, ribattezzata nella nuova versione NIS 2.0. Cos’è la NIS La NIS (acronimo di Network and Information Security) è una Direttiva europea approvata nel 2016 che impone, a tutti gli Stati che fanno parte dell’Unione, l’adozione di alcune misure comuni e strategiche per la sicurezza delle reti e dei sistemi informatici. Nel nostro Paese, la Direttiva è stata recepita dal Decreto Legislativo del 18 maggio 2018 (entrato poi in vigore il 24 giugno dello stesso anno) e ha previsto l’implementazione di una strategia nazionale di sicurezza informatica. La Direttiva NIS si rivolge a due tipologie di operatori: 1. I soggetti, pubblici o privati, che forniscono i cosiddetti servizi “essenziali” per la società e l’economia (definiti “Operatori di Servizi Essenziali” - OES): dal settore sanitario, alla distribuzione di acqua potabile fino alle infrastrutture digitali; 2. I Fornitori di Servizi Digitali (FSD), cioè le persone giuridiche che forniscono servizi di e-commerce, cloud computing e motori di ricerca. A queste due tipologie di operatori, considerati soggetti importanti per i servizi che offrono, la NIS impone obblighi precisi, tra i quali: Progettazione di misure tecniche per la gestione dei rischi. Prevenzione rispetto ad eventuali incidenti che violano la sicurezza delle reti informatiche. Contenimento dei danni e garanzia della continuità dei servizi agli utenti. Notifica degli incidenti di sicurezza che impattano sulla continuità e sulla fornitura dei servizi. NIS 2.0, un upgrade necessario Nonostante la prima Direttiva NIS rappresenti un forte baluardo, che si costituisce di norme per la cyber sicurezza, nel corso di questi anni sono emersi dei limiti. Alcuni di questi sono un’applicazione irregolare della norma in certi Stati membri e una lacuna profonda, come la mancata condivisione di informazioni per affrontare, in modo congiunto, la crisi. Ad oggi perciò, il tema della sicurezza informatica è di un’importanza tale che non si può più eludere e di cui si deve necessariamente discutere. Anche la pandemia di Covid-19 ha avuto un ruolo determinante per far accrescere tale consapevolezza: “La pandemia Covid-19, inoltre, ha imposto cambiamenti così repentini nel panorama tecnologico da indebolire le misure di sicurezza informatica esistenti; i cyber-criminali hanno sfruttato la situazione di disagio collettivo, nonché di estrema difficoltà vissuta da alcuni settori – come quello della produzione dei presidi di sicurezza e della ricerca sanitaria – per colpire le proprie vittime con vettori di attacco personalizzati.” (Brighi R., Chiara P.G., La cybersecurity come bene pubblico: alcune riflessioni normative a partire dai recenti sviluppi nel diritto dell’Unione Europea, 2021) Ecco perché, si è reso necessario un aggiornamento della Direttiva, un dovuto innalzamento del livello di prevenzione, che impone alle aziende un obiettivo di sicurezza conforme al proprio livello di importanza. Ma, cosa cambia effettivamente per il mercato? La responsabilità sarà distribuita. L’intera supply chain, considerando ciascun attore della catena, sarà responsabile in caso di incidenti e malfunzionamenti; Le linee guida avranno un impatto su tutto il mercato attraverso un netto innalzamento della competenza e della consapevolezza. Tale consapevolezza dovrà quindi essere imprescindibile. La connettività è sì parte integrante della nostra quotidianità, ma fin quando non si maturerà profondamente che a essa sono associati diritti, ma soprattutto doveri, rischi più grandi e improvvisi saranno pronti a coglierci impreparati.

  • Easy Compliance Panel

    L’innovazione nella Cyber Security targata Sigemi! Vi presentiamo lo strumento di monitoring per la Cyber Security aziendale con lo scopo di proteggere le aziende dalle continue minacce informatiche. Qual è il livello di sicurezza della tua azienda? Conosci i rischi a cui va incontro? Sai che è importante avere uno strumento che ti aiuti a proteggerla? Easy Compliance Panel è il nuovo prodotto di Sigemi nato per proteggere la tua azienda dalle continue minacce del web. Easy Compliance Panel vuole soddisfare l’esigenza di avere un’unica dashboard dove poter verificare il livello di rischio/compliance di applicazioni in PaaS/SaaS che contengono informazioni proveniente da componenti: Cloud Provider Sistema Operativo di rete e altri componenti del servizio PaaS/SaaS gestito da Sigemi Applicazione come Zucchetti HR Infinity Le caratteristiche del servizio Ma quali sono le caratteristiche di Easy Compliance Panel? Livello di maturità e adeguamento alle normative più rilevanti per il cliente Framework per la compliance e gestione del rischio declinato per le componenti infrastrutturali e applicative Scansione delle vulnerabilità (CVE) interne ed esterne (Black-Box & Grey Box) di tutti i componenti (Cloud, Nos, Application) Controllo ed evidenza settimanali dell’infrastruttura e del proprio impianto anonimizzato Valutazione del rischio e remediation plan a supporto del partner applicativo per raggiungere il livello desiderato dal cliente Statistiche di performance del proprio impianto rispetto alla media dell’infrastruttura Strumento per integrare le informazioni di compliance interne al cliente, allo studio o al Partner L’approccio di Easy Compliance Panel Identificare una contestualizzazione del framework: se l’organizzazione non appartiene a un settore regolato può identificare tra le contestualizzazioni disponibili quella da utilizzare nel processo di implementazione del Framework; se invece appartiene a un settore regolato dovrebbe utilizzare una delle contestualizzazioni fornite dal proprio regolatore Definire priorità e ambito in modo da selezionare aree e funzioni chiave che necessitino specifica focalizzazione Identificare sistemi e Asset sia dell’ambito IT che di quello industriale per garantire Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection 17 Determinare il profilo corrente valutando lo stato di implementazione e il livello di maturità per ciascuna subcategory del Framework Analizzare il rischio mediante l’adozione di una metodologia considerata appropriata, in relazione alle specifiche caratteristiche organizzative e di mercato nel quale opera l’organizzazione Determinare il profilo target che rappresenta il livello di implementazione e di maturità che si ambisce a conseguire per ciascuna subcategory del Framework Determinare il gap rispetto al profilo target, comparando il profilo target e quello corrente per individuare i gap esistenti nella gestione della cybersecurity Definire l’insieme delle attività necessarie per raggiungere il profilo target; questo significa elaborare un piano specifico per realizzare i singoli controlli del Framework Misurare le performance: l’efficienza del profilo target deve essere oggetto di revisioni periodiche e miglioramento continuo. Devono quindi essere definite delle metriche di monitoraggio in grado di evidenziarne i costi operativi Il livello di sicurezza di un ambiente complesso è pari a quello del suo anello più debole.

  • Minacce informatiche: cosa sono e come ci si difende?

    A distanza di poco tempo da quello che è stato il più dannoso e importante attacco ai sistemi della regione Lazio, è interessante trattare il tema degli attacchi informatici, chiarendo ai più la loro natura e la pericolosità per aziende, privati e pubbliche amministrazioni. Come molti sapranno, il termine minaccia informatica viene utilizzato per descrivere un’ampia gamma di programmi dannosi per i nostri sistemi informatici. Solitamente, una minaccia informatica è un programma (o meglio, codice eseguibile), con la capacità di riprodursi, che penetra un qualsiasi tipo di file e si diffonde nel momento in cui i file vengono copiati e inviati. Questi codici poi avviano una routine per visualizzare messaggi o immagini e, molto spesso, danneggiare file e causare danni di varia natura. Le minacce più comuni Analizziamo ora le più frequenti e comuni di queste minacce: La prima da citare è la più classica: Il Virus. Il suo comportamento è molto generico, infetta un sistema informatico e si riproduce in esso, per poi passare al prossimo. Simili ai virus, sono i Worm che possono autoreplicarsi anche senza l’ausilio di file. Altra minaccia molto comune sono i Trojan Horse, che si nascondono all’interno di un altro programma innocuo. Il Criptolocker, il principale imputato dell’attacco hacker alla regione Lazio, è un programma che cripta ogni dato di un sistema, rendendoli illeggibili o inaccessibili ai proprietari. Questa sua natura, infatti lo rende lo strumento più utilizzato dagli hacker per chiedere riscatti. Il Keylogger, è uno dei malware più insidiosi e pericolosi. Questo software infatti, registra tutte le sequenze di tasti digitate da un utente e le invia ad un server per poi essere recuperate da un hacker. Molto utilizzato nello spionaggio industriale. Insieme troviamo i Pharming ed i Phishing, solo apparentemente innocui: Il primo si serve di siti o server fasulli che ha l’intento di ingannare i navigatori e carpire i loro dati sensibili; il secondo, invece, sfrutta mail che simulano nell’aspetto e contenuto messaggi legittimi di fornitori o servizi, contenenti link fasulli dove l’utente deve inserire dati sensibili. Queste due tipologie di minacce sono spesso sottovalutate, tuttavia i loro attacchi negli anni si sono intensificati e hanno fatto vittime eccellenti come la catena di negozi Target, la RSA Security e il servizio di condivisione dati Rapidshare. Alla fine del nostro elenco troviamo gli Spyware/Grayware, ovvero tutti quei programmi che eseguono operazioni senza autorizzazione. Spesso questi programmi non sono dannosi per il sistema, limitandosi ad aprire pagine web per aumentarne le visite o aprendo finestre con messaggi pubblicitari. Come ci si difende dalle minacce informatiche? Le prime barriere tra i nostri dati e la rete Internet sono i Firewall: questi software sono divenuti sempre più sofisticati negli anni; il loro scopo principale è quello di filtrare gli scambi tra il nostro sistema informatico e la rete, registrare le operazioni fatte e, più di recente, rilevare intrusioni e reagire. Possiedono però il grande limite di rispondere a delle regole prestabilite in sede di configurazione. Altri software molto conosciuti sono gli Antivirus, finalizzati a prevenire, rilevare e rendere inoffensivi codici dannosi. Il loro limite resta la necessità di confrontare file e programmi con un catalogo per stabilirne la pericolosità. Questi software non bastano e perciò è utile attivare delle procedure di Cybersecurity, come ad esempio: cambi periodici delle password; backup periodici e conservazione in più destinazioni; controlli interni e protezione delle reti. Per ultimo, ma non meno importante, formare le proprie risorse. Come abbiamo visto in precedenza, anche pagine e link innocui possono celare minacce enormi per i sistemi informatici, perciò bisogna sensibilizzare le risorse alle conseguenze che possono derivare da un’azione non ponderata. Le minacce informatiche sono sempre in agguato ed il modo migliore per disinnescarle è quello di conoscere il loro schema di attacco e tenersi sempre all’erta prendendo tutte le precauzioni possibili.

  • Convalida Green Pass: le nostre soluzioni Zucchetti

    Gestisci la lettura del Green Pass e gli accessi L’introduzione del Green Pass ha reso necessaria l’adozione di strumenti che ne consentono la convalida da parte di strutture pubbliche e private. Grazie alle soluzioni Zucchetti è possibile automatizzare la lettura e il controllo del Certificato verde: i nostri terminali infatti sono in grado di convalidare i Green Pass tramite la semplice installazione di un dispositivo aggiuntivo, il QR Box, il lettore di QR Code di Zucchetti. Il funzionamento è semplice: una volta letto il QR code riportato sul Green Pass tramite il QR Box, i terminali Zucchetti compatibili (ZP3, ZP3BIO e ZP4 Glass) possono essere configurati per verificare che il Green Pass sia in corso di validità. Le modalità di convalida: con o senza identificazione 1) Modalità di convalida senza identificazione Ideale per gli esercizi pubblici e luoghi aperti al pubblico, questa modalità non richiede all’utente alcun tipo di identificazione ma la sola lettura del Green Pass ed eventualmente la rilevazione della temperatura corporea, se il terminale è dotato dell’apposito dispositivo Zucchetti. 2) Modalità di convalida con identificazione Ideale per aziende o luoghi in cui viene richiesto un titolo di accesso, come ad esempio palestre e stadi, questa modalità prevede una fase di identificazione dell’utente, che può avvenire prima o successivamente la lettura del Green Pass. Scarica il documento informativo Contattaci per avere maggiori informazioni a riguardo e per progettare insieme la soluzione più adeguata alle tue esigenze!

  • Il potere del Cloud

    Il cloud computing è una realtà consolidata e, al giorno d’oggi, sono in molti ad affidarsi a piattaforme e servizi che sfruttano questa tecnologia. Ma non tutti sanno come funziona, quali benefici porta con sé, insieme ad eventuali problemi e rischi. Cos’è il cloud computing? In informatica il cloud computing sta ad indicare tutti quei servizi di calcolo come server, spazi di archiviazione, database, rete, software, utilizzabili tramite Internet. Per fare un esempio pratico, una persona si collega con un dispositivo alla piattaforma o al servizio in cloud e può sfruttare in remoto, banche dati, hardware o software senza doverli possedere o installare sul proprio dispositivo. Questa modalità consente agli utenti di non curarsi della loro disponibilità hardware/software, a patto di avere una buona connessione. Dal punto di vista del fornitore, erogare questo tipo di servizi richiede di avere un centro dati fisico in cui poter collocare una rete di server capace di gestire un flusso di connessioni abbastanza grande. Vi sono, tendenzialmente, tre tipi di servizi principali: Software as a Service: questo consente di usufruire di programmi installati in remoto Data as a Service: questo tipo di servizio mette a disposizione esclusivamente dati, invece di un elaboratore. Viene utilizzato uno spazio di archiviazione di enormi dimensioni. Google Drive e Dropbox sono servizi di questo tipo Hardware as a Service: questo tipo di servizio consente agli utenti di caricare dei dati, che vengono elaborati in remoto, e ricevere i risultati sul loro dispositivo Vantaggi, problemi e rischi I vantaggi sono molteplici. Come già spiegato sopra, il principale vantaggio di utilizzo di questa tecnologia è il non dover curarsi della propria disponibilità hardware. Questo per un’azienda (ma anche per un privato cittadino) si traduce nel poter risparmiare, evitando le spese relative all’acquisto di hardware e aggiornamenti. Da questo ne conseguono altri tre vantaggi: Recuperabilità. Backup di dati e ripristini di emergenza sono interamente gestiti dai data center e perciò non richiedono all’utente alcuno sforzo Praticità. I servizi in cloud elaborano e organizzano velocemente una mole di dati notevole e insieme evitano agli utenti di dovere perdere tempo per aggiornamenti (sia hardware che software) o patch Altro importante vantaggio è la possibilità di accedere al servizio in cloud in qualsiasi momento o luogo, spesso anche su dispositivi mobili, e consentire di consultare dati e informazioni quando lo si desidera Tuttavia, il cloud computing, per sua natura, riserva problemi e rischi da non sottovalutare. Il principale problema risiede nella continuità del servizio, che può essere assicurata solo grazie ad una connessione molto veloce. La continuità stessa può anche essere messa a rischio da eventuali malfunzionamenti dei server o da interruzioni della connessione internet. Quanto ai rischi, l’unico punto debole del cloud computing sta proprio nella sicurezza dei dati. Immettere dati sensibili in strutture esterne, espone gli utenti singoli a violazioni della privacy, molto spesso legate a profilazione e indagini di mercato. Allo stesso tempo si è comunque vulnerabili a casi di pirateria informatica, un rischio sia per utenti singoli che per aziende che sfruttano il cloud. Infine, parlando di aziende, i dati memorizzati in spazi di archiviazione esterni possono essere oggetto di spionaggio industriale. In conclusione, il cloud rappresenta una soluzione ideale per tutti quegli utenti che vogliono abbattere il muro rappresentato dalla richiesta hardware (i cosiddetti requisiti minimi) e operare con grande efficacia. Velocità, praticità e recuperabilità dei dati, con il cloud, possono essere definitivamente alla portata di tutti. Però, tutto ciò porta con sé i rischi di ogni tecnologia informatica e richiede dunque ai provider di attrezzarsi per la protezione dei dati e dell’intera infrastruttura.

  • Disaster Recovery: facciamo il punto

    Backup è ormai un termine di uso comune. Per recuperare file perduti o danneggiati, anche i meno avvezzi al mondo dell’informatica si affidano a questa tecnica. Tuttavia, se questo è il metodo principale utilizzato dalle persone per resettare il proprio dispositivo mobile, risulta invece insufficiente quando è un’azienda a dover ripristinare la propria infrastruttura IT. Ovviamente, i casi in cui questo si rende necessario sono molteplici e la pratica di dover garantire la continuità operativa dopo un evento dannoso si definisce, appunto, Disaster Recovery. Che cos’è il Disaster Recovery? Il termine, nel campo della sicurezza informatica, sta ad indicare tutte le misure e azioni che hanno lo scopo di ripristinare sistemi, dati e infrastrutture. Senza queste componenti, l’erogazione di servizi da parte di aziende o enti è, di fatto, impossibile. Il termine “Disaster” non è usato impropriamente e se questo rimanda certo alle calamità naturali, non va dimenticato che la maggior parte dei downtime e dei disservizi è causato da malfunzionamenti. Le misure di controllo del Disaster Recovery Vi sono diverse soluzioni che possono essere adottate per garantire una business continuity in caso di piccoli eventi, come ad esempio guasti o incendi. Alcune delle più usate sono: Mirror locali di sistemi e/o dati e utilizzo di tecnologie di protezione del disco. Protezioni da sovratensione per ridurre al minimo l'effetto degli sbalzi di tensione su delicate apparecchiature elettroniche. Gruppo di continuità (UPS) e/o generatore di backup per mantenere in funzione i sistemi in caso di interruzione di corrente. Sistemi di prevenzione/attenuazione degli incendi, da utilizzare specialmente nel caso dei Data Center. Misure di Cybersecurity, rientrano infatti tra le cause dei downtime anche gli attacchi informatici. Nel caso di eventi di maggiore entità, i metodi sono certamente più costosi ma consentono il recupero dell’intera infrastruttura. I metodi più utilizzati in questo caso sono: Cold e Hot Site, strutture off-site che possono funzionare da archivio dati (Hot-site se i dati sono costantemente aggiornati) o anche da luogo operativo di emergenza. Disaster Recovery as-a-Service (DRaaS), in caso di evento disastroso o di attacco informatico, un provider DRaaS sposta l'elaborazione informatica di un'organizzazione sulla propria infrastruttura cloud, permettendo all'azienda di continuare a lavorare, anche se i suoi server non sono funzionanti. Scegliere la distanza di un DRaaS è spesso difficile: se è distante dall’azienda, la latenza potrebbe rendere difficoltoso riprendere a lavorare; se è locale, potrebbe essere colpito dallo stesso evento disastroso. Virtualizzazione: si può replicare l'intero ambiente di elaborazione dell'organizzazione su macchine virtuali off-site, non interessate da eventi disastrosi fisici. È davvero importante proteggersi? Stando alle statistiche (https://www.continuitycentral.com/feature0660.html), se consideriamo le imprese che hanno subito disastri con pesanti perdite di dati: Il 43% non ha ripreso le attività Il 51% ha chiuso entro i due anni dall’evento Ne deriva che solo il 6% delle aziende senza contromisure riesce a riprendersi dopo un disastro La risposta è dunque sì. Inoltre, grazie alle misure di Disaster Recovery, è possibile risparmiare ingenti costi, nel caso ci si trovi a dover ricostruire, e si garantisce un ripristino molto più rapido.

  • Work-life balance | Perché promuoverlo in azienda?

    Il work-life balance rappresenta la capacità di bilanciare in modo equilibrato le priorità della carriera professionale con le esigenze della vita personale. In questa accezione il termine è stato utilizzato per la prima volta in Gran Bretagna negli anni Settanta, ma è sicuramente divenuto di grande attualità con il forte sviluppo tecnologico degli ultimi anni, che ha reso sempre più labile il confine spazio-temporale tra attività lavorative e personali. Più recentemente, anche le nuove necessità organizzative dettate dalla pandemia mondiale hanno contribuito ad accentuare l’attenzione per questo tema, ma il merito non è solo del covid. Ancora una volta, i veri protagonisti nel fornire la spinta decisiva all’avvio della rivoluzione sono i Millennials, per i quali l’attenzione delle aziende a politiche che favoriscano il work-life balance si qualifica come un fattore fondamentale nella scelta dell’azienda per cui lavorare. Viene così scardinata la visione delle generazioni precedenti, che iniziano di buon grado a seguire in scia i giovani colleghi. Investire sui temi della sostenibilità, del benessere e della salute dei lavoratori significa investire sui risultati e sul benessere dell’azienda stessa: dipendenti più soddisfatti generano un miglioramento generale del clima aziendale, della motivazione, del coinvolgimento; si riducono inoltre assenteismo e turnover e, di conseguenza, i costi relativi all’onboarding delle nuove risorse. In ultima istanza, dipendenti più felici lavorano meglio e incrementano le performance aziendali, come dimostrato da molte ricerche, da Forbes all’Harvard Business Review, secondo cui si registra una media del 31% di maggiore produttività, vendite del 37% più elevate e creatività tre volte superiore. Eppure, nonostante la centralità del tema dell’employer branding, il gap tra le aspettative di candidati e dipendenti e l’offerta delle aziende è ancora molto marcato. Vediamo allora di seguito alcune tra le principali azioni che le aziende possono intraprendere per colmare questo divario. SMART WORKING La diffusione delle pratiche di smart working costituisce un fattore determinante nel favorire una gestione delle risorse umane sempre più flessibile. Vero è che nella maggioranza dei casi, soprattutto nel nostro Paese, il termine viene ancora utilizzato in modo improprio, con riferimento a formule lavorative maggiormente assimilabili all’home working. Il concetto di smart working abbandona la vecchia prerogativa di un’organizzazione estremamente rigida in termini di orari e spazi lavorativi: in un mondo sempre più interconnesso e flessibile, questa gestione risulterebbe molto limitante. Ecco allora che la possibilità di organizzare il lavoro per obiettivi consente ai collaboratori di gestire al meglio la propria giornata, conciliando gli impegni lavorativi con quelli personali e migliorando di conseguenza la qualità della vita. Il passaggio al nuovo paradigma comporta per le aziende l’adozione di alcuni accorgimenti in grado di supportare tale migrazione. Introdurre processi strutturati di valutazione delle performance: risulta fondamentale per identificare – e di conseguenza premiare – i comportamenti virtuosi, così da indirizzare le successive azioni e agevolare il cambiamento culturale verso un’organizzazione del lavoro per obiettivi. Le rilevazioni periodiche possono essere affiancate con successo da modelli di continuous feedback, che favoriscono un dialogo continuo tra manager e collaboratori, migliorando la people experience, l’engagement, la retention e consentendo ai manager di individuare prontamente problemi e gap, ottimizzando il decision making. Gestire gli spazi in modo flessibile: la possibilità di lavorare da remoto non può in alcun modo sostituire i benefici che derivano dal lavorare congiuntamente con i propri colleghi negli spazi aziendali: lavorare insieme stimola la creatività, la coesione, lo scambio di idee e facilita di gran lunga la formazione delle nuove risorse inserite nel team. Un importante supporto in questo senso può essere fornito da soluzioni software in grado di gestire la prenotazione di postazioni di lavoro, sale riunioni, parcheggi in modo semplice e intuitivo, rispondendo alle logiche organizzative, tecnologiche e di gestione del personale dell’azienda e alle norme di sicurezza. Favorire lo scambio delle informazioni: se le postazioni di lavoro non sono più comuni e predefinite, diventa fondamentale far sì che le informazioni siano fruibili in modo fluido attraverso digital workplace condivisi. I dipendenti devono poter accedere ai dati e ai documenti che li riguardano da qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento; allo stesso modo, dirigenti e responsabili devono poter consultare gli analytics che evidenziano l’andamento dei fenomeni del personale in modo semplice e veloce, ovunque si trovino, senza dover necessariamente dipendere dalla disponibilità di collaboratori che possano aggregare ed interrogare i dati derivanti da più sistemi. Rilevare e monitorare il clima aziendale: la percezione di come i dipendenti vivono la propria azienda in termini di organizzazione del lavoro, valori, reputazione, relazioni interpersonali, motivazione e soddisfazione individuale non può più essere affidata all’osservazione casuale e soggettiva sul campo, ma deve essere strutturata e sistematica. L’analisi del clima rappresenta il termometro dello stato di salute dell’azienda: un clima positivo o negativo influenza performance, motivazione, soddisfazione, ma anche assenteismo e intenzione di turnover. La diagnosi che ne consegue rappresenta il punto di partenza per avviare i necessari di cambiamento organizzativo. FLEXIBLE BENEFITS I flexible benefits sono una forma di retribuzione al lavoratore in beni e servizi in natura, che non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente. Rivestono un ruolo da protagonista nell’insieme di iniziative che caratterizzano i piani di welfare aziendale, finalizzati ad accrescere il potere di spesa, la salute e il benessere del lavoratore. L’introduzione di un piano di welfare aziendale evoluto e personalizzato risulta vincente perché necessariamente basato su una logica win-win. Da una parte i dipendenti vedono accrescere il loro potere di acquisto, hanno la possibilità di costruirsi un paniere di beni e di servizi – in costante ampliamento - in base alle proprie specifiche esigenze, accedendovi a condizioni agevolate grazie a convenzioni e sconti. Dall’altra, l’azienda beneficia di un’importante riduzione del cuneo fiscale e contributivo, rafforza l’employer branding, aumenta la capacità di attrarre talenti e di ridurre il turnover, registra una maggior produttività dovuta all’incremento dell’engagement dei dipendenti. Tra gli aspetti più incentivanti del welfare in riferimento all’attuale periodo va sicuramente considerato l’ampio spazio riservato ai servizi di utilità sociale: educazione, istruzione, assistenza sociale, misure per la cura dei figli, rimborso delle spese sostenute per la cura degli anziani e delle persone non autosufficienti e soluzioni di assistenza sanitaria, tra cui la stipula di polizze LTC o per la tutela dei dipendenti in caso di contagio Covid. MOBILITA’ SOSTENIBILE Tra i temi di sostenibilità maggiormente presi in considerazione da candidati e dipendenti, emerge nell’ultimo periodo una particolare attenzione per la mobilità, con particolare riferimento agli spostamenti casa – lavoro. Con il Decreto Rilancio di Agosto 2020 anche la normativa ha previsto l’obbligo per le aziende con più di 100 dipendenti localizzate in un capoluogo di regione o di provincia, in una città metropolitana o comunque in un comune con più di 50.000 abitanti di redigere entro il 31 dicembre di ogni anno il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro, con l’obiettivo di introdurre azioni volte a ridurre l’impatto ambientale di tali spostamenti. La figura del mobility manager, istituita in Italia già nel 1998 a valle degli accordi di Kyoto, assume ora un ruolo differente rispetto a quello originale, dove l’obiettivo era ottimizzare costi e impatti ambientali: l’attenzione si sposta ora sulla salute dei dipendenti, sulla qualità della loro vita, sulla necessità di ridurre al minimo la percezione di spreco del proprio tempo che si registra tipicamente nel momento del commuting. Ecco allora che, partendo dall’analisi dell’accessibilità dei luoghi di lavoro, delle caratteristiche del territorio in termini di offerta e domanda di mobilità, delle esigenze effettive del personale aziendale e del calcolo delle emissioni inquinanti generate dall’utilizzo dei vari mezzi è possibile identificare quali interventi effettuare per migliorare ed ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro. Tra questi è possibile citare l’adozione di soluzioni di car pooling e car sharing, o ancora l’implementazione di servizi collettivi aziendali. Tuttavia, nel dopo lock down sono altre le soluzioni verso cui si sta focalizzando l’attenzione di aziende e pubbliche amministrazioni, ovvero gli incentivi per l’uso di veicoli alternativi come biciclette, e-bike e monopattini elettrici. Gli effetti a cascata del bike-to-work sono notevoli: non solo si riducono traffico ed emissioni inquinanti, ma si migliora la salute grazie al movimento fisico, si favorisce il distanziamento sociale e si registra un generale miglioramento del benessere dei dipendenti, con effetti positivi anche dal punto di vista delle spese per i trasporti. Conclusioni Tutte le soluzioni descritte, da non considerarsi esaustive rispetto al panorama dei possibili interventi, trovano nelle tecnologie digitali lo strumento chiave per supportare il ruolo delle aziende nella promozione di soluzioni volte a migliorare il work life balance. La loro introduzione deve essere analizzata e valutata con attenzione per capire quali si sposino meglio con la specifica strategia di employer branding. Il compito non è sicuramente facile; per questo motivo la scelta di un partner in grado di fornire non solo le soluzioni software più innovative, ma anche la consulenza necessaria per individuare il miglior paniere possibile di interventi risulta una strategia vincente, in grado di innescare il circolo virtuoso di vantaggi e assicurare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

  • Cyber Security: tutto quello che devi sapere

    Quello della sicurezza informatica è un mondo in continua evoluzione e che ha bisogno di un approccio dinamico. Questo è dovuto al costante progresso che interessa le nuove tecnologie per la cyber security, ma non solo. La motivazione principale per cui gli esperti di sicurezza devono adottare strategie ad hoc sono le continue minacce che le aziende si trovano ad affrontare. Che cos’è la Cyber Security? Ma facciamo prima un passo indietro e cerchiamo di capire che cos’è la Cyber Security. Quando parliamo di sicurezza informatica facciamo riferimento a tutte quelle tecnologie utili a proteggere un sistema informatico, che sia un sistema di computer o un unico dispositivo, da tutti quegli attacchi che possono portare alla perdita o alla compromissione di informazioni e dati. L’obiettivo quindi è molto semplice: proteggere il cyberspazio dalle minacce. Queste minacce possono essere di tre diverse tipologie: Cybercrimine: avviene quando singoli attori o gruppi attaccano i sistemi per provocare interruzioni nelle attività aziendali o ottenere un ritorno economico Cyberattacchi: generalmente hanno lo scopo di raccogliere informazioni per finalità politiche Cyberterrorismo: mira a minare la sicurezza dei sistemi elettronici per suscitare panico I rischi in azienda Ora che abbiamo dato una definizione più chiara al termine Cyber Security possiamo intuire facilmente quanto questa sia importante per un’azienda. Cloud, banda larga e ultra larga, big data, Intelligenza Artificiale, Internet of Things: tutte queste innovazioni snelliscono i processi e aumentano l’efficienza aziendale. Ma pensiamo al rovescio della medaglia: si moltiplicano i punti deboli. La diretta conseguenza al “tutto connesso” è un aumento significativo del rischio che qualche malintenzionato riesca a sottrarre informazioni, dati e know-how fondamentali. Insomma, essere connessi significa anche essere più vulnerabili. Per questo, oggi è fondamentale che ogni impresa abbia all’interno del suo team chi si occupa della sicurezza informatica, individuando quindi le varie minacce e vulnerabilità collegati agli asset informatici aziendali e prendendo le opportune precauzioni del caso. Cyber Security: alcuni consigli per proteggersi dagli attacchi Per salvaguardarsi dagli attacchi informatici le imprese o i singoli utenti possono ricorrere ad alcune semplici strategie e strumenti. Ecco quindi alcuni consigli: Eseguire periodicamente un backup di tutti i dati aziendali Tenere aggiornati il software e il sistema operativo per sfruttare le patch di sicurezza più recenti Installare un valido antivirus in grado di eliminare e rimuovere le minacce; Utilizzare password complesse Non fare clic su allegati email di mittenti sconosciuti Utilizzare reti Wi-Fi protette Investire nella formazione per aumentare la consapevolezza all’interno del team In ultimo, vediamo alcuni strumenti che possono aiutare un’azienda a proteggersi dagli hacker e mantenere al sicuro i propri dati: Penetration Test: si tratta di processo operativo di analisi o valutazione della sicurezza di un sistema informatico o di una rete. Questo test simula l’attacco informatico di un utente malintenzionato, aiuta a rilevare le vulnerabilità e a determinare se le difese del sistema sono sufficienti. Firewall: è una componente, che può essere hardware o software, che connette due o più reti diverse e che viene attraversato dal traffico che passa da una rete all’altra. Può essere tradotto con il termine “muro tagliafuoco” o anche “parafuoco” e, come si intende facilmente dal nome, fornisce una protezione alla rete stessa. Email Security: comprende diverse procedure e tecniche per proteggere gli account di posta elettronica, spesso utilizzati per diffondere malware, spam e attacchi di phishing, da accessi non autorizzati. Elimina quindi i mittenti malintenzionati andando a esaminare la loro autenticità e la reputazione e analizzando il contenuto stesso dell’email.

  • Piano Nazionale Transizione 4.0

    È il momento di spingere il piede sull'acceleratore del digitale! CHE COS'È IL PIANO NAZIONALE TRANSIZIONE 4.0? Il Piano Transizione 4.0 rappresenta una delle misure nazionali finalizzate a sostenere la ripresa dell’economia e delle imprese. Oltre 24 miliardi di euro di risorse pubbliche disponibili sotto forma di crediti di imposta destinati alle imprese che vogliono investire in: Innovazione Formazione Ricerca e sviluppo Beni strumentali QUALI SONO GLI OBBIETTIVI DEL PIANO? Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 si pone due obiettivi fondamentali: Stimolare gli investimenti privati Dare stabilità e certezze alle imprese con misure che hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023 A CHI È RIVOLTO? Si rivolge a tutte le imprese con sede residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, “indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito”, che effettuano investimenti destinati a strutture produttive ubicate in Italia. Sono ammessi al credito d’imposta per beni strumentali materiali e immateriali anche i professionisti, ossia tutti gli esercenti arti e professioni. QUALI SONO LE NOVITÀ? 1. Durata delle misure Gli incentivi sono validi fino al 31 dicembre 2022, con prolungamento fino a giugno 2023 per i beni strumentali nuovi 2. Incremento dei tetti e delle aliquote Il credito d'imposta raggiunge fino al 50% del costo sostenuto, nel rispetto dei massimali previsti dalla legge 3. Periodo di compensazione Il periodo di fruizione dei crediti è ridotto a 3 anni 3. Anticipazione della compensazione fiscale È ammessa la compensazione del credito d'imposta dall'anno di messa in funzione del bene, nel caso di beni 4.0, dall'anno di interconnessione del bene ai sistemi informativi aziendali QUALI BENI PUOI FINANZIARE? 1. Beni strumentali semplici materiali e immateriali Incremento dal 6% al 10% per tutti del credito beni strumentali materiali (ex super) per il solo anno 2021 Incremento dal 6% al 15% per investimenti effettuati nel 2021 per implementazione del lavoro agile Estensione del credito ai beni immateriali non 4.0 con il 10% per investimenti effettuati nel 2021 e al 6% per investimenti effettuati nel 2022 2. Beni materiali 4.0 Per spese inferiori a 2,5 milioni di Euro: nuova aliquota al 50% nel 2021 e 40% nel 2022 Per spese superiori a 2,5 milioni di Euro e fino a 10 mln: nuova aliquota al 30% nel 2021 e 20% nel 2022 Per spese superiori a 10 milioni di Euro e fino a 20 milioni è stato introdotto un nuovo tetto: aliquota al 10% nel 2021 e nel 2022 3. Beni immateriali o software 4.0 Incremento dal 15% al 20% Massimale da 700 mila Euro a 1 milione di Euro 4. Investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design R&S: incremento dal 12% al 20% e massimale da 3 milioni a 4 milioni di Euro Innovazione tecnologica: incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni Innovazione green e digitale: incremento dal 10% al 15% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni Design e ideazione estetica: incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni 5. Formazione 4.0 Estensione del credito d’imposta alle spese sostenute per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori È riconosciuto nell’ambito del biennio interessato dalle nuove misure (2021 e 2022) LE SOLUZIONI DI HRZ Le soluzioni di HRZ a supporto dei tuoi investimenti in innovazione sono: Software | Suite HR Infinity Zucchetti Hardware Ti aiutiamo a beneficiare dei vantaggi fiscali del piano nazionale Tramite un nostro Partner ti offriamo un servizio di consulenza specializzata per valutare e attestare l'idoneità degli investimenti per usufruire dei benefici fiscali del piano di Transizione 4.0 Resta in contatto con noi, verrai subito ricontattato dal nostro team Clicca qui Fonti https://www.mise.gov.it/index.php/it/transizione40

  • GAMIFICATION | L'esperienza di HRZ e altri casi pratici

    Come anticipato nel precedente articolo gli ambiti di applicazione della Gamification sono molteplici. Il Marketing è stato sicuramente una delle prime aree ad applicare e implementare le tecniche del game designer. Basti citare come esempio il Gamified Packaging, che sfrutta le confezioni dei prodotti per veicolare percorsi da completare o giochi in grado di coinvolgere il consumatore. La Gamification si è successivamente diffusa in contesti e settori molto variegati: formazione, recruitment, engagement del personale aziendale, salute e benessere, turismo e cultura, ecosostenibilità sono gli esempi più ricorrenti. ORIGINAL MARINES | Settore di applicazione Marketing Il primo esempio legato al settore Marketing che si vuole approfondire è il famoso brand di abbigliamento Original Marines, che ha lanciato nel 2014 il concorso “Play Original”: un ottimo esempio di come sia possibile sfruttare i principi della Gamification per coinvolgere la clientela. Il contest, chiamato “Più vivi original, Più vinci” si basava su un meccanismo di gioco molto semplice: ogni azione che dimostrasse fedeltà e interesse da parte dell’utente per il brand dava diritto ad un bonus. Il totale dei bonus determinava la posizione dell’utente stesso in una classifica che, al termine del contest, ne determinava i vincitori. Le azioni che davano diritto ai bonus erano molteplici: la registrazione al sito, la scelta del proprio stile e/o il caricamento di una foto sui social network, un acquisto, la possibilità di invitare amici al concorso. Tutto questo permetteva all’azienda di entrare in contatto con il cliente o potenziale tale, profilare i suoi gusti e - grazie ad un sistema incentivante - renderlo ambasciatore del brand. SONY | Settore di applicazione Marketing Un altro esempio molto più recente è quello rappresentato dal colosso Sony, che di fatto ha utilizzato la Gamification per il lancio della Play Station T5 organizzando un caccia al tesoro a tempo. I giocatori dovevano risolvere 5 enigmi rilasciati gradualmente nelle settimane antecedenti al lancio sui siti dei partner che hanno collaborato all’iniziativa. Risolvendo tutti gli enigmi si arrivava al caveau: il primo che fosse riuscito ad accedervi avrebbe vinto la Play station stessa completamente accessoriata. Entrambi gli esempi citati sono una valida dimostrazione di come sia stato possibile trasformare una campagna di marketing in un’attività coinvolgente e originale, capace di moltiplicare la visibilità del prodotto in maniera considerevole e nello stesso tempo fidelizzare i clienti e renderli indirettamente promotori del brand. MARRIOT INTERNATIONAL | Settore di applicazione Recruitment Un altro ambito di applicazione da approfondire è quello relativo al Recruitment. La Recruiting Gamification ha origine nel mondo anglosassone e mira alla creazione di metodologie di selezione alternative a quelle tradizionali, utilizzando le tecniche del game per ottenere maggiori strumenti utili a valutare in modo più verosimile le reali competenze ed aspirazioni dei candidati e per attrarre i migliori talenti in azienda. I candidati, durante l’iter di selezione, verranno valutati anche in base al risultato ottenuto nelle sfide e nelle prove che dovranno superare, durante il completamento di percorsi a step con punteggi, giochi interattivi, quiz a tempo. Marriott International, multinazionale americana con vari hotel e resort in tutto il mondo, è stata una delle prime aziende a utilizzare queste tecniche sfruttando le potenzialità del social game per contribuire a generare interesse nel settore della ricezione e per scegliere i profili più adeguati durante il processo di selezione. Ha ideato infatti “My Mariott Hotel”, un game a cui era possibile accedere tramite Facebook e in cui i candidati interessanti alla posizione, dovevano immedesimarsi in alcune situazioni che si presentano comunemente nella gestione di un hotel. I giocatori potevano quindi creare il proprio ristorante, comprare ingredienti e attrezzature in base ad un budget prestabilito; dovevano inoltre assumere personale, assicurarsi che venisse formato e servire gli ospiti. I punti venivano assegnati in base alla felicità dei clienti: maggiore la soddisfazione dimostrata, maggiori i punti guadagnati. Con questo progetto si sono ottenuti due risultati importanti: i recruiter hanno avuto la possibilità di raccogliere dati sulle modalità di lavoro dei candidati e sulla loro attitudine a gestire determinate situazioni complesse anche se simulate; i partecipanti invece hanno avuto uno strumento in più per valutare nel pratico quali sarebbero state le attività che avrebbero dovuto svolgere in futuro e hanno potuto affrontare in anteprima alcune delle situazioni che potenzialmente potrebbero accadere durante la giornata lavorativa. L'ultimo settore in cui l’applicazione della gamification apre scenari molto interessanti è quello della formazione, vediamo più nel dettaglio alcuni esempi interessanti. MICROSOFT | Settore di applicazione Formazione L’addestramento all’utilizzo di tool informatici è una delle esigenze formative più ricorrenti all’interno delle aziende e tra le competenze tecniche di base ormai indispensabili c’è la conoscenza del pacchetto Microsoft Office. Ecco perché Microsoft, in occasione dell’uscita di Office 2007, ha pensato di mettere a disposizione gratuitamente uno strumento che aiutasse gli utenti a imparare a usarlo efficacemente: Ribbon Hero al quale è seguito di recente Ribbon Hero 2. L’applicazione, una volta installata, rappresenta un semplice addin, ovvero un pulsante visibile nell’interfaccia, esattamente come Word. Il protagonista del gioco è Clippy, l’assistente virtuale di Microsoft Office. Il giocatore è chiamato a seguire Clippy nelle sue avventure e ad aiutarlo a superare una serie di sfide che riguardano proprio l’utilizzo degli applicativi informatici; al completamento di ciascun task vengono corrisposti dei bonus e l’accesso al livello successivo. Task brevi, feedback immediati, livelli di difficoltà progressivi, level bar sempre presenti per vedere in tempo reale i propri risultati, rappresentano le caratteristiche vincenti di questa utile e simpatica applicazione che permette all’utente di imparare ad utilizzare gli strumenti più velocemente e in modo più originale. DUOLINGO | Settore di applicazione E-learning Un altro settore dove ormai è indispensabile avere delle competenze di base è quello linguistico. Uno degli ostacoli nell’apprendimento di una lingua, soprattutto negli adulti, è rappresentato dal poco tempo a disposizione e dalla conseguente impossibilità di dedicarsi in modo costante e continuativo non solo allo studio, ma anche alla pratica e all’esercizio costante. È in questo contesto che nasce Duolingo, uno strumento gratuito che permette un apprendimento divertente e coinvolgente grazie a lezioni divise in micro-formazioni quotidiane, che possono essere seguite online in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Le lezioni sono proposte in ordine crescente di difficoltà, con esercizi che ampliano le conoscenze lessicali, testano la pronuncia e sviluppano le capacità di ascolto e di traduzione. Il sistema fornisce i mezzi per agevolare un apprendimento che non sono spropositati, ma sfidanti. La strategia di Duolingo prende in considerazione anche il fattore tempo: è possibile fissare un obiettivo giornaliero di apprendimento per rimanere costantemente motivati; il sistema offre bonus e punti extra quando l’utente riesce a completare le traduzioni nei tempi prefissati. Come è possibile offrire gratuitamente un servizio di livello e così tecnologicamente avanzato? La risposta sta nell’innovativo modello di business di Duolingo, che combina una piattaforma gratuita di apprendimento linguistico con un servizio a pagamento di traduzione dei testi. Gli esercizi proposti all’utente corrispondono a testi di cui effettivamente qualcuno ha richiesto la traduzione: i testi vengono suddivisi per livello, di conseguenza un principiante tradurrà solo testi con livelli di complessità molto bassa, mentre un livello advanced si troverà alle prese con frasi più complesse. Duolingo è inoltre in grado di certificare le competenze ottenute nella piattaforma in modo da rendere fruibili i risultati anche all’esterno della stessa. HRZ MILANO | Settore di applicazione Elearning & Engagement Anche all’interno di HRZ abbiamo voluto sviluppare un progetto di Gamification utilizzando il software Skillato, sviluppato da Alittleb, società recentemente acquisita da Zucchetti. Si tratta di una soluzione mobile-first e user friendly, grazie al quale i nostri colleghi hanno potuto mettersi alla prova sul loro grado di conoscenza della nuova proposta di servizi di HRZ, i servizi Diamond, pensati per supportare le aziende clienti nella definizione di un percorso efficace e concreto verso la digital transformation. Una serie di brevi presentazioni ricche di contenuti formativi, esposti in modo sintetico e dinamico, accompagnate da pillole video, guidano gli utenti nel percorso, intervallate da brevi quiz per verificare – e fissare - il corretto apprendimento. Al termine dei percorsi formativi è previsto un superquiz che consente ai partecipanti di ottenere la certificazione di prodotto. Il vincitore è colui che scala per primo la classifica, rispondendo a tutte le domande, con il numero minore di errori e nel modo più veloce possibile. Quali sono state le prime reazioni? Dai primi feedback ricevuti dai partecipanti al game è emerso un alto livello di apprezzamento dello strumento: i colleghi hanno affermato di essersi sentiti più stimolati a svolgere il percorso di formazione data la forma più dinamica delle presentazioni e la possibilità di poter interrompere e riprendere dal punto in cui ci si era fermati in ogni momento. Si è sviluppata inoltre, in modo molto naturale, una sana competizione che ha portato i partecipanti a voler ripetere il percorso anche più volte pur di ottenere il risultato migliore e ottenere il primo posto in classifica. In generale la sensazione percepita è stata quella di essere riusciti ad ottimizzare la formazione, in quanto il contenuto e le modalità di fruizione rendono sicuramente l’obiettivo della certificazione di prodotto più compatibile con gli impegni lavorativi. Bio Autore Monica Rizzo | HR Consultant e Brand Ambassador Lavoro nel team risorse umane di HRZ. Parte del mio lavoro è supportare gli altri e fornire soluzioni… ed è decisamente quella che preferisco. Il mio motto? Ogni difficoltà può costituire un limite o un traguardo: sei tu che scegli in cosa trasformarla. Fonti Petruzzi V | Il potere della Gamification, usare il gioco per creare cambiamenti nei comportamenti e nelle performance individuali, 2015 - Franco Angeli https://www.thismarketerslife.it/digital/gamification-quando-il-marketing-diventa-un-gioco/ https://www.projectfun.it/marketing/caccia-al-tesoro-ps5/

  • GAMIFICATION | Trasforma il tuo business in gioco

    La Gamification rappresenta sicuramente uno dei principali trend del contesto attuale, in cui la Digital Transformation sta profondamente cambiando le nostre abitudini e le nostre modalità di lavoro. Il termine, di origine anglosassone, tradotto letteralmente nella nostra lingua corrisponderebbe alla parola “Ludicizzazione”, ovvero trasformare in gioco, dal latino ludus. Al di là della traduzione puramente letterale, questo termine indica l’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e dalle tecniche di game design in contesti diversi da quello ludico, finalizzato al raggiungimento di obiettivi determinati. Cenni storici La tecnica del gioco ha origini remote: già nel 3300 AC gli Egizi utilizzavano come passatempo un gioco da tavolo chiamato Senet, le cui tavolette sono state ritrovate nelle tombe dei faraoni. Per anni il gioco è stato associato solamente all’età puerile, all’intrattenimento per bambini, ad una modalità utile per insegnare ai più piccoli come sviluppare i sensi e agevolare l’apprendimento. Questo in realtà non sorprende, dato che il gioco rappresenta uno dei metodi ancestrali con cui il nostro cervello apprende (Ackerman, 1999). Come nasce la Gamification Del concetto di Gamification vero e proprio si sente parlare per la prima volta nel 2003, quando lo sviluppatore di videogiochi inglese Nick Pelling coniò il termine per promuovere la sua startup Conundra Ltd, società specializzata appunto in gamification. Pelling voleva proporre un nuovo modello di business che integrasse interfacce videoludiche con dei comuni dispositivi elettronici, per rendere più piacevole l’esperienza di utilizzo da parte dell’utente. Era convinto che, inserendo tecniche e meccanismi tipici del game design, il pubblico avrebbe potuto vivere esperienze più interessanti e in tal modo si sarebbero create le basi per creare engagement, ovvero coinvolgimento, come vedremo uno degli scopi primari alla base della Gamification. Purtroppo, nel 2003 l’idea di Pelling non fu accolta con grande entusiasmo e la società venne chiusa poco dopo per mancanza di clienti. Qualche anno dopo la gamification trovò un altro promotore: nel 2010 infatti si tenne a Las Vegas il Dice Summit, un evento annuale promosso dall’AIAS (Accademia delle Arti e delle Scienze Interattive) rivolto ai migliori game designer, sviluppatori e investitori del mondo per discutere lo stato dell’arte del settore e i trend di sviluppo. Fu in quell’occasione che Jesse Schell, game designer e professore universitario americano, tenne un discorso nel quale non pronunciò mai la parola Gamification, ma di fatto teorizzò e definì il fenomeno. Durante il suo intervento il professore descrisse uno scenario nuovo, un mondo nel quale tantissimi aspetti della vita quotidiana sarebbero stati gestiti in modo diverso. In quella presentazione, Schell raccontò un futuro in cui il gaming sarebbe entrato nella quotidianità, andando ben oltre l’utilizzo delle classiche consolle. Molte delle attività di routine svolte da ogni persona sarebbero diventate parte di un gioco in cui anche alle azioni più semplici come lavarsi i denti, vedere la tv o banalmente camminare venivano associati premi e punti. Di lì a poco, il termine Gamification inizierà ad acquisire una certa popolarità, diffondendosi con capillarità diversa sul territorio mondiale e in molteplici settori. Obiettivi Prima di passare agli ambiti di applicazione è necessario però soffermarsi - in una modalità che non pretende di essere esaustiva data la vastità del tema - su quelli che sono gli scopi e gli strumenti più diffusi. Perché un’azienda dovrebbe creare ed investire nello sviluppo di processi di Gamification? La risposta a questa domanda va individuata nelle finalità che si vogliono perseguire con l’utilizzo della stessa. Grazie alla Gamification è infatti possibile: 1) Rivedere i modelli formativi esistenti, alcuni dei quali risultano essere ormai obsoleti e poco efficaci. L’associazione di elementi ludici all’apprendimento può diventare un potente alleato nello stimolare il miglioramento continuo degli alunni e generare ambienti di apprendimento interattivi e coinvolgenti. 2) Instaurare un contatto più diretto con i propri stakeholders, siano essi esterni (clienti) o interni (collaboratori), aumentandone quindi l’engagement (il loro coinvolgimento). 3) Rendere le performance più efficienti, accessibili e coinvolgenti, come si vedrà negli esempi pratici relativi all’utilizzo in ambito marketing o recruitment. Va da sé che obiettivi di questo calibro, soprattutto quando raggiunti con successo, non possono far altro che accrescere l’interesse delle aziende nell’adozione di questa pratica. Strumenti Una volta definiti gli obiettivi devono essere individuati gli strumenti più idonei per raggiungerli. Il primo punto da considerare in questo senso è l’importanza di creare una strategia vincente, che riesca ad incidere in maniera significativa sulle abitudini dei destinatari e a modificarle. Il secondo punto fondamentale è non dimenticarsi di definire una metrica di giudizio dei risultati, che dovranno essere oggettivamente misurabili: solo in questo modo sarà possibile verificare il ROI (Return on investment) del progetto. Le quattro Game Tecniques più utilizzate ad oggi sono: Livelli: rappresentando dei traguardi da raggiungere agiscono sulla motivazione del giocatore in quanto lo inducono a tenere un comportamento reiterato per poter avanzare negli step Punti: visualizzare il punteggio raggiunto in tempo reale è un’importante leva di gratificazione dell’utente in quanto lo motiva a proseguire nel gioco e, quindi, nell’utilizzo di quel prodotto/servizio Sfide: la competizione che viene generata in modo naturale dalla partecipazione di più utenti rende il progetto stimolante e più produttivo Classifiche: la possibilità di avere un confronto con gli altri utenti sulla base del punteggio ottenuto costituisce un ottimo incentivo per il miglioramento continuo Nonostante i meccanismi di gioco si siano fortemente evoluti nel tempo grazie alla creatività dei game designer, è sconsigliabile un loro utilizzo congiunto; è preferibile invece scegliere solo gli strumenti più idonei alla propria realtà e alla specifica finalità che si vuole raggiungere. Bio Autore Monica Rizzo | HR Consultant e Brand Ambassador Lavoro nel team risorse umane di HRZ. Parte del mio lavoro è supportare gli altri e fornire soluzioni… ed è decisamente quella che preferisco. Il mio motto? Ogni difficoltà può costituire un limite o un traguardo: sei tu che scegli in cosa trasformarla. Fonti Petruzzi V | Il potere della Gamification, usare il gioco per creare cambiamenti nei comportamenti e nelle performance individuali, 2015 - Franco Angeli https://www.omarventuri.it/cosa-e-la-gamification-dalle-origini-ai-giorni-nostri/

  • Introduzione alle valutazioni del personale

    La valutazione del personale è un processo aziendale che per ciascun lavoratore propone l'assegnazione di una valutazione in merito a criteri omogenei strutturati, finalizzata a promuovere un ambiente stimolante e meritocratico. Tale sistema operativo rientra nei processi gestiti ed organizzati dall'ufficio HR - o chi ne fa le veci - e coinvolge valutati, valutatori e supervisori. Non esistono ruoli fissi predefiniti, ma come valutatori principali vengono chiamati in causa generalmente i responsabili diretti del valutato, mentre, come supervisori, eventuali valutatori di secondo livello o dirigenti aziendali che vogliano prendere visione dell'andamento del processo nelle loro aree di business. Prima di entrare nell'argomento specifico delle valutazioni è importante sottolineare che per strutturare un processo di tale importanza è necessario aver costruito l'organigramma aziendale, che descrive, anche graficamente, l'organizzazione della struttura aziendale nella sua totalità, evidenziando e definendo i ruoli degli attori che saranno coinvolti nelle valutazioni. Come si struttura una valutazione del personale? E' giusto evidenziare che tutte le aziende effettuano delle valutazioni del personale, ma alcune in modo formalizzato, utilizzando criteri oggettivi ed omogenei, mentre altre in modo informale e soggettivo. Il processo di valutazione del personale inteso come formalizzato implica normalmente la strutturazione di un questionario composto da obiettivi individuali, obiettivi aziendali (o di gruppo) e valutazioni specifiche su competenze e conoscenze, che intrecciati tra di loro permettono una valutazione trasversale del collaboratore in uno specifico periodo di tempo, spesso corrispondente ad un'annualità (che utilizzeremo come criterio nell'articolo). Il processo utilizza il questionario valutativo come strumento per scandire tempi e attori coinvolti nei vari step della valutazione, dovendo contemplare l'indispensabile colloquio valutativo che propone un momento di confronto privato tra gli attori in essere. Un esempio lineare di processo diviso in step temporali, per una valutazione costruita con più elementi, può essere il seguente: 1. Assegnazione degli obiettivi: assegnazione da parte del valutatore degli obiettivi per l'anno di riferimento; 2. Valutazione a metà anno: valutazione parziale e spesso descrittiva dell'andamento semestrale del valutato; 3. Autovalutazione: autovalutazione del valutato sull'anno passato prima della valutazione del proprio responsabile; 4. Valutazione: valutazione del valutatore sull'anno passato; 5. Colloquio finale: colloquio di confronto tra gli attori del processo per analizzare i risultati ottenuti. Il questionario di valutazione I differenti elementi che compongono le valutazioni verranno approfonditi in articoli successivi, ma è corretto sintetizzare l'utilità degli elementi di un questionario di valutazione per renderne chiari gli scopi: 1. Gli obiettivi individuali vengono definiti da un catalogo aziendale oppure direttamente dal valutatore principale, permettendo di valutare con criteri qualitativi o quantitativi risultati su obiettivi tecnici e specifici del ruolo o della persona stessa. Vengono assegnati all'inizio dell'anno di riferimento e valutati all'inizio dell'anno successivo, così da poterne valutare l'effettivo raggiungimento nei 12 mesi. 2. Gli obiettivi aziendali riportano a risultati di gruppo legati a criteri quantitativi come, ad esempio, il fatturato. Possono anche essere obiettivi di gruppo, legati ad un team o ad un'area aziendale a cui viene assegnato un premio collettivo al raggiungimento degli stessi. 3. Le competenze sono elementi che definiscono le capacità dei valutati di mettere in pratica le loro conoscenze in determinati ambiti; si compongono infatti di competenze trasversali e competenze di ruolo. 4. Le conoscenze sono elementi teorici che definiscono appunto il grado di formazione utile nella quotidianità lavorativa; anch’esse possono avere la medesima divisione delle competenze. Per ogni elemento appena citato è fondamentale strutturare dei criteri di misurazione trasversali che permettano di rendere omogenee e obiettive le valutazioni, le così dette scale valori. La scala valori è l'indice mediante il quale ogni tipologia di valutazione prende forma e può essere misurata. Per fare alcuni esempi, in merito a obiettivi quantitativi vengono utilizzate scale crescenti o decrescenti, che si identificano con il raggiungimento in percentuale dell'obiettivo assegnato; in merito alle competenze può essere fissata una scala valori uniforme (es. da 1 a 5) che permetta di assegnare un voto alla specifica competenza. Nell'utilizzo corretto delle scale valori è molto importante illustrare nel questionario la scala e gli elementi che la compongono, spiegandone significato e modalità di assegnazione in modo chiaro. Per strutturare un processo completo di valutazione è corretto pensare di introdurre nel questionario anche ulteriori elementi che permettano di contestualizzare meglio le valutazioni, valorizzare gli attori e aumentare il valore aggiunto percepito del processo come i commenti e le proposte formative. I commenti del valutato e del valutatore propongono anche per iscritto determinate considerazioni soggettive sulle assegnazioni, sugli andamenti di metà anno o sulle valutazioni dirette e danno modo di tracciare eventuali considerazioni importanti da analizzare a colloquio. Le proposte formative sono eventuali sezioni del questionario che permettono di proporre al valutato corso formativi per migliorare in eventuali aree in cui i valutatori riscontrano carenze, ponendo il processo di valutazione in un'ottica di valorizzazione del capitale umano e di miglioramento continuo. Spesso e volentieri, oggi giorno si vira verso la digitalizzazione del questionario valutativo, che permette una gestione efficiente del flusso e dei vari step, aumentando l'efficacia del processo e permettendo una maggiore interazione tra i vari attori. Per approfondire il tema della digitalizzazione del processo di valutazione del personale contattaci http://www.hrz.it/contatti/ Obiettivi e valore aggiunto Se un processo di valutazione del personale, in passato, rappresentava solamente un sistema di performance appraisal, valutando ciò che era stato fatto come un processo di verifica e giudizio del dipendente, oggi, se gestito in modo efficiente, può portare alla valorizzazione della potential evaluation, rivolto al futuro, con obiettivi che aumentato l'employee engagement e l'employee retention. Aumentare il confronto proponendo momenti di dialogo tra i vari attori, monitorare l'andamento dei risultati nelle differenti aree, uniformare le modalità di valutazione delle risorse con medesimi ruoli, premiare la meritocrazia incentivando il raggiungimento dei risultati e diminuendo la "staticità aziendale", valorizzare le risorse con bonus e proposte formative sono gli obiettivi che la direzione risorse umane (DRU) può raggiungere con un processo di valutazione efficiente. Bio Autore Andrea Sanchirico | HR Consultant e Brand Ambassador Appassionato di risorse umane e comunicazione. Vivo di piccoli dettagli e grandi sorrisi. Cerco sempre di vedere le cose da un punto di vista differente. Non smetterò mai di imparare...è troppo bello, quasi come un goal al 90’. Fonti https://www.randstad.it/knowledge360/gestione-del-personale/valutazione-delle-competenze-professionali-perche-e-importante-per-unazienda/ https://www.risorseumane-hr.it/valutazione-valorizzazione-del-personale/ https://www.michaelpage.it/advice/consigli-di-management/attrarre-talenti/come-condurre-un%E2%80%99efficace-valutazione-delle https://www.zucchetti.it/website/cms/prodotto/6446-software-risorse-umane-valutazioni-e-compensation.html

  • 3 cambiamenti nell’hr con l’avvento della gdpr

    Quando si cerca di dare un senso a temi così importanti come quello della GDPR può capitare di sentirsi impreparati e di avere difficoltà nel reperire informazioni precise. Quindi, invece di dare ampia visione di tutto ciò che sta alla base della GDPR e di mettere in guardia su multe e sanzioniHRZ ha pensato di passare in rassegna un elenco di cambiamenti in seno al reparto HR. I dati personali sono definiti dalla GDPR come “qualsiasi informazione identificata o identificabile relativa a una persona fisica “. Ciò significa che tutti i registri dei dipendenti di cui ti prendi cura sono pezzi di dati personali protetti dalla legge. In ambito lavorativo, i datori di lavoro, sono già obbligati a garantire che i dati personali dei dipendenti siano rispettati e adeguatamente protetti. La GDPR cambia solo alcune di queste responsabilità. Quali sono i cambiamenti? Di cosa è già responsabile il datore di lavoro? Le principali aree del GDPR che avranno un impatto sulle risorse umane Secondo Weightmans LLP, le aree di GDPR che avranno un impatto sulle risorse umane sono le seguenti: Il Consenso I Diritti sui dati Le segnalazioni di violazione Esploriamo ciascuna di queste aree per vedere quanto saranno diverse per le risorse umane una volta arrivata la GDPR. 1. Ottenere il consenso per elaborare i dati dei dipendenti Quando si vuole fare qualcosa con i dati personali di qualcuno, si deve ottenere il loro consenso. Con la GDPR, le regole su come ottenere questo consenso cambieranno. In precedenza, il consenso poteva essere acquisito scrivendo una specifica clausola di consenso per elaborare i dati in un contratto. Ma in base alla GDPR, il consenso deve essere “dato liberamente, specifico, informato e chiaramente indicato”. La buona notizia per le risorse umane è che questo non si applica necessariamente ai dati dei dipendenti, perché si avrebbe un requisito legale per elaborare quest’ultimi. Detto questo, è importante tenere presente che i dati dei dipendenti memorizzati o processati per motivi che esulano dagli obblighi legali riferiti all’azienda, richiedono comunque il nuovo, più esplicito, consenso previsto dalla GDPR. 2. Nuovi diritti per i dipendenti in quanto soggetti interessati I dipendenti avranno più diritti su ciò che accade ai loro dati personali. È possibile suddividere questi diritti in un utile sommario di cinque punti: Il diritto di informazione: chiarezza nei confronti dei dipendenti sul corretto utilizzo dei dati personali; Il diritto di accesso: le richieste di accesso continueranno a esistere, ma con regole diverse. Vedremo questo in maggior dettaglio nella prossima sezione di questo articolo; Il diritto alla rettifica dei dati: Se i dati dei dipendenti sono errati o mancano dati chiave, il dipendente può richiedere che vengano corretti; Il diritto all’oblio: questo si applica solo ai dati dei dipendenti in determinate circostanze, quali il mancato rispetto della reputazione personale; Il diritto alla portabilità dei dati: questa è una novità assoluta introdotta dalla GDPR. I dipendenti possono ora ottenere, in specifiche situazioni, i loro dati personali e riutilizzarli per i propri scopi, attraverso diversi servizi. 3. Segnalazione di violazione Chiunque sia coinvolto nel trattamento dei dati personali all’interno della propria organizzazione, deve ora seguire una nuova procedura di segnalazione delle violazioni. Questo interessa anche le risorse umane, ovviamente. In caso di violazione dei dati personali, la GDPR richiede all’utente di informare il Commissario per le informazioni entro 72 ore, se possibile. Se ciò non è possibile, è necessario fornire anche una giustificazione del motivo per cui non è stato possibile. Una violazione dei dati personali potrebbe essere qualsiasi cosa, da un laptop perso, a un’e-mail inviata all’indirizzo sbagliato. Tuttavia questi tipi di errori non saranno sempre classificati come una violazione dei dati personali: si pensi, ad esempio, se si perde un laptop che memorizza i record non criptati dei dipendenti. Sei pronto per la GDPR? La GDPR arriverà il 25 maggio 2018. Se vi sentite ancora impreparati, è questo il momento giusto per prepararsi, prima che sia troppo tardi. HRZ è impegnata nel fornire le indicazioni e i servizi necessari per ottenere il pieno rispetto della GDPR in ambito HR. #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • Fatturazione elettronica…un vantaggio da scoprire!

    La nuova Direttiva 2014/55/UE sta innescando un percorso volto a combattere l’evasione fiscale e a garantire maggiore flessibilità ai processi di fatturazione, grazie alla digitalizzazione dei processi. Numerose saranno le novità che cambieranno la quotidianità delle aziende B2B dal 2018. Sei sicuro di conoscerle tutte? HRZ ha pensato di riassumerle per darti ampia veduta di tutti i vantaggi legati all’approccio alla fatturazione elettronica. Il processo di evoluzione digitale nel del comparto business è ufficialmente iniziato e subirà una continua evoluzione: a partire dal 1 luglio 2018 con le cessioni di carburanti per motori e per le prestazioni di subappaltatori nei contratti con le pubbliche amministrazioni, per poi ampliare gli obblighi dal 1 gennaio 2019 alle restanti imprese ed ai professionisti. Questa importante novità detterà una vera e propria rivoluzione nei rapporti tra soggetti passivi e soggetti stabiliti in Italia ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Concretamente, cosa cambia per le imprese B2B? La metodologia scelta dal legislatore, non è diversa da quella già introdotta per la fatturazione verso la Pubblica Amministrazione. Di fatto, la fattura verrà emessa sotto forma di XML e trasmesse attraverso il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Questo processo permetterà di avere pieno controllo delle fatture in circolazione, migliorando il tracciamento dei flussi telematici e limitando i fenomeni evasivi. I vantaggi Uno dei maggiori vantaggi introdotti dall’adozione dell’e-fattura è sicuramente l’introduzione di un incentivo che riduce i termini di accertamento di due anni per i soggetti che si impegnano a tenere traccia (e dunque a garantire) delle transazioni per importi superiori ai 500 euro. Inoltre, la digitalizzazione del ciclo di fatturazione permette un miglioramento in termini di efficienza dei processi aziendali, perché rende i documenti fiscali sempre disponibili per la consultazione, sia interna che esterna e ne aumenta la sicurezza in fase di archiviazione. In aggiunta, il legislatore ha introdotto 3 importanti vantaggi fiscali: rimborsi IVA entro 3 mesi dalla presentazione della dichiarazione annuale; esonero dalla trasmissione delle transazioni per mezzo delle comunicazioni analitiche dei dati IVA e dei modelli Intrastat; controlli fiscali ridotti da 5 a 3 anni. E tu, sei pronto al cambiamento? Non perderti gli approfondimenti di HRZ sul tema caldo della fatturazione elettronica! #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WareHRZ

  • Le aziende sono pronte per la trasformazione digitale?

    Quello della fatturazione elettronica è un tema nuovo e che offre molti spunti su cui riflettere: sono ancora poche le aziende italiane che hanno integrato un processo digitale per la gestione dei cicli di fatturazione. Con la Direttiva 2014/55/UE, la standardizzazione dei formati comporterà nuovi ed interessanti scenari: si sta delineando un quadro normativo a livello europeo che consentirà di trasformare il sistema di fatturazione elettronica. Il provvedimento, in vigore dal prossimo anno, persegue i seguenti obiettivi: risparmi derivanti dall’efficienza nella gestione dei processi; maggiore efficienza offerta alle imprese dai processi digitali; maggiore capacità di controllo nella lotta all’evasione fiscale; creazione di un unico mercato europeo digitale con benefici ben superiori alla sola maggiore efficienza dei controlli fiscali (per conoscerli tutti, leggi qui). Tuttavia, la fatturazione elettronica presenta alcuni limiti: purtroppo si può solo parlare di una digitalizzazione ancora parziale, la quale non permette di massimizzare i benefici che questa può offrire. Inoltre, la dematerializzazione dei documenti di fatturazione, sia per PA che per B2B, è solamente una piccola parte di un processo digitale ben più ampio. Come impatta l’e-fattura sulla vita aziendale? È necessario che i processi aziendali siano basati su un percorso di digitalizzazione più completo, che coinvolga il ciclo di fatturazione in tutti i suoi aspetti: ordini, DDT, fogli di lavoro, scritture contabili, bolle di spedizione, trasmissione di dati, sistemi di pagamento, ecc. Nell’ambito aziendale ed in particolar modo nel mondo delle risorse umane, la sensazione è che non ci sia una piena consapevolezza di tutti i benefici derivanti dai processi digitali. Di fatto, alcune aziende tendono a soddisfare le più recenti normative al fine di essere in regola o di beneficiare di vantaggi economici e fiscali, invece di pensare a strutturare la propria azienda in termini digitali, con tutti i vantaggi che questa soluzione tecnologica comporta. È quindi necessario un cambiamento dal punto di vista della vision di impresa, che possa aiutare tutto il sistema a costruire un processo nativamente digitale e fare il salto di qualità. Accade spesso, ad esempio, che le fatture nate in forma elettronica vengano successivamente gestite a mano ed archiviate in forma cartacea; questo passaggio comporta, oltre a notevoli interruzioni al processo, gravose inefficienze che hanno impatti negativi sulla gestione del business. Le potenzialità della digitalizzazione e gli importanti passi avanti fatti dal legislatore sono un dato di fatto, tuttavia il cambio di mentalità per affrontare la trasformazione sembra frenato da un blocco più culturale che tecnologico. La tua azienda è pronta al cambiamento? Con HRZ puoi trovare il metodo migliore per affrontarlo in tutta sicurezza! #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • Il business travel nel 2019

    Il 2019 mostra ancora segnali molto incoraggianti per il business travel. Secondo la Banca Mondiale le persone che ogni anno fanno almeno un viaggio internazionale sono più che raddoppiate negli ultimi 20 anni, da circa 600 milioni a oltre 1 miliardo e 300 milioni. Stime analoghe prevedono che il mercato del business travel ammonti a circa 1.600 miliardi di dollari nel 2020 per poi crescere a 1.700 miliardi dopo poco meno di un anno. Il driver principale di questa crescita sono le migliorate condizioni dell’economia intorno al mondo, con la Cina e gli Stati Uniti a guidare la classifica dei paesi più impegnati in viaggi d’affari che rappresentano circa il 50% del business travel ai giorni nostri. Il viaggio di business è quindi un fenomeno in netta ascesa pur in un’epoca che vede i mezzi digitali di comunicazione a distanza assumere un ruolo sempre più importante. In realtà è tutta l’attività economica che ha preso uno sviluppo di dimensioni maggiori rispetto a venti anni fa. Grandi opportunità di realizzazione si sono aperte, ad esempio, in territori “nuovi” per il business come l’Africa e i primi segnali di rallentamento delle economie asiatiche ha condotto parte degli operatori di quei paesi a riversarsi in altri luoghi come per esempio il continente africano, per sviluppare i propri interessi. In linea generale, quindi viaggiare per lavoro sarà nei decenni successivi sempre più frequente e ciò in particolare per una serie di macro-ragioni: La lunga crisi economica innescata nel 2007/2008 è terminata e oggi viviamo una fase espansiva che, pur con dei mini-cicli recessivi come il presente, pare destinata a perdurare nel tempo I viaggi di lavoro oggi sono molto più economici e meno faticosi che in passato, poiché siamo aiutati da nuovi operatori (come le linee aeree a basso costo) e da nuovi strumenti (come gli smartphone ed i servizi ad essi collegati) che ci consentono di fare tutto con minore sforzo Le attività economiche, ancorché in fase di sviluppo, sono comunque più complicate di un tempo e necessitano la presenza fisica di chi le ha a cuore. A fronte di tali macro-trend epocali che vedono in ogni caso il business travel in netta ascesa nei suoi indicatori e sotto-indicatori (si pensi a come il settore degli eventi di business stia crescendo a ritmi ancora più elevati e a come contribuisca alla crescita complessiva del business travel), è un fatto che spesso le politiche aziendali per la gestione dei viaggi sono ferme a venti anni fa, con conseguenze spesso di grande peso per i dipendenti e per l’azienda stessa. Può capitare che il business travel sia la seconda o la terza voce di costo in un’azienda e che tali costi siano gestiti ancora con i vecchi meccanismi della nota spese, spesso addirittura cartacea. Ecco dunque che una parte cospicua della vita in azienda delle risorse umane, cioè il viaggio di lavoro, rischia di essere un’esperienza influenzata negativamente dalla presenza di processi di business ormai vetusti e che tra l’altro provocano una serie di costi aggiuntivi all’azienda stessa, espliciti in termini di ore perse nella compilazione e nella rendicontazione ed impliciti in termini di malcontento del personale sottoposto a viaggi e impossibilitato ad utilizzare strumenti più moderni. Ammodernare i processi di business travel è dunque un aspetto di sviluppo delle relazioni con le Risorse Umane. #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • La risposta della tecnologia all’evoluzione del business travel

    Il Business Travel è in forte crescita in tutto il mondo e la tecnologia si sta adeguando alle necessità delle Direzioni Risorse Umane che intendano anticipare le macro-tendenze e rendere più soddisfatti i propri dipendenti. E’ quello che succede usando ZTravel che consente di regolare il processo relativo ai viaggi di lavoro sin dalla ideazione delle linee guida da parte dell’azienda. E’ provato che il Business Travel può addirittura diventare una forma di incentivazione quando viene gestito in modo da essere una bella esperienza in cui lavorare più felici e vivere più sereni e soddisfatti. Per arrivare a questo risultato è necessario poter garantire la gestione ordinata di questi processi: Ideazione, comunicazione e condivisione delle politiche aziendali relative alle trasferte di lavoro Definizione dei budget di spesa per i viaggi per commessa, centro di costo e tipologia di trasferta Pianificazione della trasferta da parte del dipendente Integrazione con gli strumenti di self-booking e con le agenzie di viaggio Richiesta e gestione degli anticipi di cassa Controllo dei costi in base alle politiche aziendali già in fase di richiesta da parte del dipendente Gestione del processo di approvazione Identificazione di comportamenti eventualmente non conformi alle politiche aziendali. La soluzione ZTravel consente di prendere in considerazione tutte le fasi e tutta l’organizzazione che si occupa di trasferte in azienda, dalla gestione dell’anagrafica dei dipendenti appartenenti ad una funzione specifica, alla pianificazione delle attività di viaggio e alla approvazione degli anticipi, fino all’assegnazione di carte di credito aziendali dotate di crediti per centro di costo e per tipologie di spesa. Quindi dalle attività di Set-UP, alle attività “pre-travel” alle attività “on-travel” a ciò che va fatto “post-travel”. La tecnologia di ZTravel consente infatti di integrare diverse altre tecnologie come i già citati sistemi di prenotazione, gli strumenti di Business Intelligence e le tecnologie di Soldo. Soldo è il sistema di pagamento elettronico che consente allo stesso tempo l’autonomia dei trasfertisti nell’ambito del loro budget di spesa e il controllo personalizzato delle spese stesse tramite la configurazione di profili specifici di spesa per dipendenti e centri di costo. Il tutto ovviamente disponibile anche da mobile tramite la ZTravel App…! #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • Più o meno umani con app e 5g? La risposta sta…

    Le applicazioni mobili sono i software più diffusi al mondo e la loro crescita non farà che aumentare vertiginosamente con la imminente diffusione delle tecnologie di trasmissione dati denominate 5G. Nel 2018 i download di applicazioni mobili sono stati più di 205 miliardi ed è previsto che aumentino di oltre il 25% fino a superare la soglia dei 250 miliardi poco dopo il 2020 – fonte: www.statista.com (*). Un grande incremento dovuto non solo alla continua diffusione delle tecnologie mobili ma anche all’incremento di performance che è previsto a partire dal 2020. La trasmissione dati di quinta generazione porterà infatti altissima velocità (sino a 25 volte quella del 4G) e bassissima latenza, consentendo di fatto a tutto ciò che è stato “sognato” negli ultimi anni di realizzarsi veramente. Auto connesse con le strade che percorrono, città intelligenti e macchine industriali sempre collegate tra di loro per evitare errori sono solo alcuni degli esempi che prenderanno finalmente forma grazie al salto di qualità delle connessioni dati. Dopo il 2G che consentì di migliorare la trasmissione della voce ed il 3G che permise di accelerare la trasmissione dati, il 4G è il primo protocollo per il quale si è potuto finalmente parlare di “banda larga”. Ma solo con il 5G si potrà realizzare il miraggio di avere connessioni diffuse a tutti gli oggetti sempre e dovunque, grazie alle innovazioni tecnologiche che si sono focalizzate sull’incremento della simultaneità delle micro-connessioni tra sensori, oggetti animati e non e sull’efficienza dello spettro di copertura del segnale. Le rivoluzioni non arrivano mai prive di costi e questo sarà anche il caso della nuova tecnologia di trasmissione dati mobili. Tra i tanti fenomeni da tenere sotto controllo ci sarà sicuramente la grande impennata delle tecnologie robotiche, che minacceranno come già previsto da HRZ oltre il 40% dei posti di lavoro nelle economie sviluppate. Allo stesso tempo è un dato storico che tutte le nuove tecnologie hanno portato sostanziali benefici al genere umano. La popolazione sul pianeta Terra ed i salari reali cominciarono a crescere solo a partire dallo sviluppo tecnologico costituito dalla prima rivoluzione industriale. Ed è un dato storico che il numero complessivo di posti di lavoro sia in continua crescita soprattutto grazie alla diffusione delle tecnologie. Cosa ci riserva dunque l’immediato futuro? Che uso possiamo fare delle applicazioni mobili e delle tecnologie di trasmissioni dati che ne accompagnano la crescita? Ci sono esempi concreti che possono confermare il generale atteggiamento positivo che oggi abbiamo nei confronti delle applicazioni mobili? In generale le applicazioni mobili producono una serie evidente di vantaggi pratici come ad esempio: La riduzione dei tempi di attesa rispetto alla navigazione su internet, in quanto non dobbiamo aprire il browser, digitare l’indirizzo dell’URL, aspettare che il sito si carichi e poi cercare l’informazione che desideriamo; nell’applicazione mobili la maggior parte delle informazioni è presente nell’applicazione stessa e consente un uso immediato; L’incremento dell’interazione del pubblico per il quale l’applicazione è stata sviluppata, visto che le modalità di comunicazione di solito sono studiate appositamente per svolgere le operazioni prestabilite; L’incremento dell’attenzione rispetto ad un argomento specifico, giacchè l’applicazione fornisce molta più “presenza” sullo schermo di uno smartphone rispetto ad un bookmark su un browser; La riduzione dei costi di comunicazione e dei tempi correlati, rispetto a ciò che può avvenire via mail o per il tramite di un sito Web. Ecco dunque che viene naturale pensare che il futuro ci riservi di diventare sempre più efficaci ed “umani” nel nostro modo di vivere e lavorare con le nuove tecnologie mobili, che potrebbero candidarsi per fornirci più libertà ad un costo in termini di tempo della nostra vita sempre più basso… #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • Il miglior regalo per la famiglia rossi? Le applicazioni mobile hr

    Come è possibile che le applicazioni mobile per le Risorse Umane siano il miglior regalo del 2019 per le famiglie? E’ vero che i nostri smartphone possono essere degli utili “salva-vita” e salva-tempo? E’ il risultato di un “esperimento virtuale” che è stato condotto sulla Famiglia Rossi e che invitiamo tutti a provare per fornirci le vostre impressioni. Come capita spesso, i componenti della famiglia vivono gran parte del loro tempo fuori di casa e sono impegnati nel lavoro e nella scuola. Marco è responsabile di una squadra di venditori che come lui sono spesso in trasferta con la loro automobile. La gestione del parco auto del suo team è sempre stata affidata a Mario, che ha cominciato a risparmiare molto tempo da quando sono state introdotte le applicazioni mobili della linea ZCar Fleet. Tutti i dati della flotta infatti sono disponibili in tempo reale e le operazioni di prenotazione, di manutenzione e di riparazione di guasti ed incidenti vengono svolte con la più grande efficienza. Tutti i suoi collaboratori si sentono protetti da Mario e dal rinnovato vigore nella gestione delle loro auto e Mario ha più tempo da passare insieme alla sua famiglia. Anna ha la fortuna di lavorare per una parte del suo tempo da casa, preparando le ispezioni da realizzare nei punti vendita del suo datore di lavoro e partendo dalla sua abitazione per raggiungere i luoghi da ispezionare. Con la nuova applicazione mobile ZAudit Anna può evitare di passare dall’ufficio obbligatoriamente per recuperare la documentazione necessaria al tipo di ispezione che dovrà svolgere, in quanto le check list ed i questionari, anche quelli più ingombranti e voluminosi, possono essere ricavati dalla “App” e utilizzati nelle attività ispettive. Il figlio Andrea è un esperto di informatica in una grande catena di distribuzione al consumo e intanto studia all’università. Il suo tempo è molto importante anche se ha tutta la vita davanti. L’organizzazione di uno studente lavoratore è la base per poter vivere serenamente e cogliere tutti gli obiettivi prefissati. Per questo Andrea è molto soddisfatto di usare le App ZClockIn e ZScheduling, per dare la possibilità al suo datore di rilevare la sua presenza e di fornirgli le informazioni sui turni di lavoro. Poiché è davvero molto esperto nel suo lavoro, spesso viene inviato a svolgere installazioni complesse o attività di pre-vendita ed in questo caso la App ZTimesheet permette di risparmiare altro tempo nella rendicontazione dei lavori svolti presso la sede del cliente. Il miglior regalo che i datori di lavoro hanno potuto immaginare per la famiglia Rossi è un bell’insieme di App mobili che tutti usano volentieri perché forniscono un reale vantaggio su ciò che di più prezioso possediamo, il nostro tempo. Scopriamo le altre App di Zucchetti consultando la documentazione… #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • Più tempo per vivere con le app per le risorse umane

    Chi non ha mai pensato che l’eccessivo uso di smartphone sia un fattore negativo della nostra vita quotidiana? Gli eccessi non fanno mai bene, certo, ma ci sono circostanze in cui i telefoni mobili si trasformano da strumenti di lavoro e di svago in veri e propri “salva-vita” e salva tempo, riducendo le nostre necessità di svolgere compiti semplici con grande dispendio di risorse personali. Un semplice telefono si trasforma in un oggetto prezioso ad esempio in queste circostanze: Quanto traccia la nostra presenza… Ebbene si a volte essere tracciati aiuta a non perdere tempo e a fornire indicazioni sul nostro operato che i nostri colleghi o i nostri familiari si aspettano da noi. Come quando abbiamo bisogno di comunicare che siamo in un determinato luogo e lo segnaliamo tramite i Social Network… Quando consente di interagire con colleghi e partner senza l’obbligo di utilizzare una postazione fissa o un pur ingombrante computer portatile. Spesso potersi muovere in libertà senza l’assillo di doversi concentrare davanti ad una postazione di lavoro è un vero lusso e ci consente di interagire con più creatività, associando informazioni e creando relazioni tra le cose ed i ricordi mentre visitiamo luoghi e parliamo con persone, come quando comunichiamo tramite i messaggi istantanei mentre guardiamo un panorama o siamo in viaggio.. Quando ci consente di consultare informazioni e di fornire reazioni alle medesime, essendo raggiunti da notifiche che ci danno lo spunto per dare il nostro contributo ad un contesto specifico. Come quando appena usciti da un albergo l’applicazione mobile ci suggerisce di lasciare una recensione… Ecco quindi che le tecnologie che ci distraggono sono le stesse che aumentano la nostra socialità. A volte aumentando la nostra distrazione ma spesso anche fornendo un contributo fondamentale alla nostra produttività. La scommessa delle APP per le Risorse Umane è infatti di trasformare il nostro smartphone in uno strumento di lavoro a 360 gradi, riempiendo di novità e di icone la schermata principale e moltiplicando all’infinito l’utilità del tempo che passiamo con le dita sulla tastiera virtuale. Dalla minaccia dei robot allo smartphone che risparmia le nostre risorse migliori il passo è breve ed in mezzo si trovano le APP per le Risorse Umane di Zucchetti… #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • 3 Funzioni del software HR per il business in crescita

    Come le aziende crescono e cambiano, così le loro necessità nel campo software HR aumentano. Strumenti basici e gestionali obsoleti, talvolta, rischiano di complicare la vita aziendale e, conseguentemente, i risultati. Per questo motivo è necessario innovare. Il problema sta nel capire quando fare questa transizione da metodi manuali a software dedicati. In particolare, due sono le perplessità più comuni alle aziende: Adozione del software in una fase troppo acerba dello sviluppo aziendale, con minore ritorno sugli investimenti; Adozione in una fase troppo matura, con lo svantaggio di aver perso tempo prezioso in termini di produttività e perdita di vantaggio competitivo. Ecco perché HRZ ha deciso di impegnarsi nella distribuzione e nella consulenza sul Software per l’HR, al fine di accompagnare le aziende nel viaggio di tutte le fasi ed aiutarvi a sceglierlo nel momento e nella modalità più adatta alle vostre esigenze. Oggi approfondiremo la fase di business in crescita. Il Performance Management Lo strumento di Performance Management è utile per stabilire obiettivi individuali, del team e aziendali, ma anche per tenere traccia delle performance dei dipendenti relativamente a questi obiettivi. Inoltre, consente di avere feedback rispetto al miglioramento dei processi. Perché è utile per la crescita? Dal miglioramento della produttività, dall’implementazione di performance di alto livello sino alla crescita esponenziale dei profitti, gli strumenti di Performance Management permettono moltissimi benefici su cui la crescita del business può contare. Non stiamo parlando solamente della temuta performance annuale. I produttori di questi software si sono messi in gioco, negli ultimi anni, per offrire maggiore flessibilità e modalità per garantirsi un feedback continuo. Questi software dedicati offrono una modalità del tutto nuova per strutturare il processo, archiviare dati relativi ai dipendenti e molte altre funzionalità, che garantiscono la compensazione dei costi di investimento per il loro acquisto. Le attività di Performance Management possono essere realizzate dalle suite HR integrate, disponibili anche in modalità As A Service. La gestione dei Benefit aziendali La gestione delle necessità personali dei propri dipendenti comporta sicuramente un dispendio notevole dal punto di vista delle risorse. Per questo, un software che automatizza tali processi e un programma di gestione dei processi stessi possono essere la risposta per raggiungere una maggiore efficienza. HRZ si è specializzata nei programmi di Welfare Aziendale che consentono alle aziende di ottenere benefici per i dipendenti e per sé stessi con uno sforzo limitato. Perché aiuta a crescere? Gestire le richieste e le necessità dei propri dipendenti è un dovere, ma talvolta, complici le criticità sul lavoro e periodi intensi, queste pratiche fanno sentire il loro peso. La gestione automatizzata dei benefit consente di automatizzare i processi per mezzo di un portale self-service, dove i dipendenti possono non solo registrare i loro benefit, ma anche modificarli all’interno di programmi di Welfare aziendale. Gli Applicant tracking systems (ATSs) Consentono di centralizzare gli strumenti con i quali i recruiter possono postare le posizioni di lavoro aperte sui social media, utilizzare applicazioni per la ricerca di lavoro, tracciare i lavoratori lungo il processo di reclutamento, fare una classifica dei candidati e ultimo, ma non meno importante, fare offerte di lavoro. Perché aiuta a crescere? Oltre a prevedere uno spazio digitale dove gestire tutti i candidati (e tutti i loro CV), questi software risultano essere una vera e propria arma nell’era della “guerra dei talenti”. Questi sistemi automatizzati dei processi di job posting consentono di aumentare notevolmente l’audience che viene in contatto con l’offerta. Maggiori sono i criteri inseriti all’interno del software, maggiore è la possibilità di trovare il migliore candidato nel minor tempo possibile. La tua azienda è una fase di crescita? Scopri HR Portal, l’offerta per il business HR pensato apposta per le tue esigenze! #SuiteHRInfinity #beZucchetti #WeareHRZ

  • Più tempo per vivere con le APP per le Risorse Umane

    Chi non ha mai pensato che l’eccessivo uso di smartphone sia un fattore negativo della nostra vita quotidiana? Gli eccessi non fanno mai bene, certo, ma ci sono circostanze in cui i telefoni mobili si trasformano da strumenti di lavoro e di svago in veri e propri “salva-vita” e salva tempo, riducendo le nostre necessità di svolgere compiti semplici con grande dispendio di risorse personali. Un semplice telefono si trasforma in un oggetto prezioso ad esempio in queste circostanze: Quanto traccia la nostra presenza… Ebbene si a volte essere tracciati aiuta a non perdere tempo e a fornire indicazioni sul nostro operato che i nostri colleghi o i nostri familiari si aspettano da noi. Come quando abbiamo bisogno di comunicare che siamo in un determinato luogo e lo segnaliamo tramite i Social Network… Quando consente di interagire con colleghi e partner senza l’obbligo di utilizzare una postazione fissa o un pur ingombrante computer portatile. Spesso potersi muovere in libertà senza l’assillo di doversi concentrare davanti ad una postazione di lavoro è un vero lusso e ci consente di interagire con più creatività, associando informazioni e creando relazioni tra le cose ed i ricordi mentre visitiamo luoghi e parliamo con persone, come quando comunichiamo tramite i messaggi istantanei mentre guardiamo un panorama o siamo in viaggio.. Quando ci consente di consultare informazioni e di fornire reazioni alle medesime, essendo raggiunti da notifiche che ci danno lo spunto per dare il nostro contributo ad un contesto specifico. Come quando appena usciti da un albergo l’applicazione mobile ci suggerisce di lasciare una recensione… Ecco quindi che le tecnologie che ci distraggono sono le stesse che aumentano la nostra socialità. A volte aumentando la nostra distrazione ma spesso anche fornendo un contributo fondamentale alla nostra produttività. La scommessa delle APP per le Risorse Umane è infatti di trasformare il nostro smartphone in uno strumento di lavoro a 360 gradi, riempiendo di novità e di icone la schermata principale e moltiplicando all’infinito l’utilità del tempo che passiamo con le dita sulla tastiera virtuale. Dalla minaccia dei robot allo smartphone che risparmia le nostre risorse migliori il passo è breve ed in mezzo si trovano le APP per le Risorse Umane di Zucchetti… #AppMobile #WeareHRZ #beZucchetti

  • 5 Tendenze nel Business Travel

    Quando i fenomeni economici di vasta portata come il Business Travel crescono con grande forza, è inevitabile che al proprio interno si manifestino importanti cambiamenti come causa o come effetto. E’ quello che sta succedendo al nostro modo di viaggiare per lavoro che sempre più viene trasformato sia per l’avvento di nuove tecnologie e servizi sia per il nostro modo parzialmente nuovo di vivere e di lavorare. La Sharing Economy entra di prepotenza nel Business Travel La nostra esperienza di viaggio è sempre più assistita da nuovi servizi e da operatori che soltanto pochi anni fa non esistevano o non godevano della diffusione odierna. Società come AIrbnb, Uber e Lyft oggi rappresentano una validissima alternativa alle soluzioni di alloggio e trasporto “tradizionali” e questo provoca la necessità di autorizzazioni da parte del Management all’utilizzo della carta di credito per questo genere di spesa, nell’ambito di un budget predefinito. Le aspettative di chi viaggia per lavoro aumentano I viaggi di lavoro oggi tendono ad essere più frequenti e potenzialmente più interessate da spostamenti di orario, scioperi e cambiamenti di programma. Per questo il viaggiatore necessita di essere “ricompensato” da esperienze durante il viaggio che lo possano far sentire più soddisfatto e meno frustrato. Anche questo necessita di autorizzazioni specifiche e di budget che devono rientrare in processi automatici di validazione e controllo. Le Travel Policy cambiano per diventare “People-first!” Proprio per i motivi di cui sopra le aziende tendono a fare in modo che le proprie politiche di viaggio mettano al centro la soddisfazione del viaggiatore e la facilità di organizzazione e rendicontazione del viaggio. Sempre più le aziende sono alla ricerca di fluidità dei processi e di ottimizzazione delle attività di esecuzione e chiusura del viaggio di lavoro, per consentire ai propri dipendenti di non essere ulteriormente occupati nelle attività quotidiane dalle pratiche burocratiche connesse al viaggio. Gli incontri “face-to-face” tendono ad aumentare Viaggiare per lavoro tende a diventare sempre più importante anche in ragione della complessità del business all’epoca odierna. Stabilire relazioni significative attraverso incontri virtuali è sempre meno la scelta di manager e professionisti coscienziosi ed è perciò prevedibile che la crescita del business travel non sia destinata a fermarsi. Il controllo del budget viaggi assume un significato liberatorio Il Direttore Finanziario oggi è un alleato del Responsabile delle Risorse Umane in quanto il mantenimento dei budget di spesa all’interno degli obiettivi rende possibile ricompensare i propri dipendenti viaggiatori con esperienze gratificanti durante il viaggio stesso. Ecco dunque che il Business Travel Management diventa oggi una pratica completamente diversa rispetto al passato ed una serie di attività che necessità di strumenti operativi come i nuovi software che consentono di pianificare, mettere a budget e rendicontare con grande flessibilità e capillarità le complesse necessità dei nostri colleghi viaggiatori. #Ztravel #beZucchetti #WeareHRZ

  • Il futuro del processo decisionale: HR Analytics, tutto in una sola piattaforma integrata!

    Ottenere i dati in modo semplice, veloce e (come si dice oggi) “smart” si può fare? Ovviamente si, a condizione che siano disponibili soluzioni pensate nativamente per analizzare i dati aziendali. Le soluzioni di Business Intelligence sono infatti sviluppate per esaminare correttamente i dati relativi all’andamento dell’azienda e supportare nelle scelte strategiche grazie a strumenti grafici, mappe e cruscotti che permettono in concreto di “vedere” le informazioni e trasformarle in fatti estremamente rilevanti per il business. Ecco dunque che le soluzioni di Business Intelligence trasformano anche i numeri aziendali più articolati in informazioni di semplice e immediata interpretazione. Normalmente le soluzioni avanzate di Business Intelligence devo essere perfettamente integrate con qualsiasi gestionale e permettono di lavorare in maniera efficiente, limitando passaggi superflui e ripetitivi di estrazione dei dati, di inserimento di formule e grafici che sono invece costruiti nativamente a supporto dei bisogni di comprensione del cliente. Di fatto, quindi, una soluzione di Business Intelligence integrata con un gestionale implementato in modo efficace consente di svolgere almeno tre funzioni fondamentali collegate ai dati aziendali: Analisi dei dati, dedicata ad interpretare le tendenze e mostrare quello che i dati stessi nascondono quando non investigati con strumenti professionali che consentono di visualizzare rapidamente e generare domande a catena in chi si ponga alla lettura; Previsione “what-if”, rivolta a generare ipotesi di scenario e simulare azioni e reazioni all’interno dello stesso sistema di dati raccolti dal mondo reale, allo scopo di avvicinarsi il più possibile a previsioni di business sulla base dell’ipotesi che il sistema tenda in qualche modo a riprodurre alcune delle condizioni presenti nei dati stessi; Pianificazione delle risorse, finalizzata a mettere in atto decisioni di investimento e di spostamento delle risorse aziendali operativamente impegnate nei processi di business, sulla base dell’osservazione di fenomeni che emergano stabilmente dall’analisi dei dati. Il futuro del processo decisionale risiede dunque nei sistemi informativi ma soprattutto nel coraggio che avremo nell’utilizzarli a sostegno delle nostre attività di gestione. Il buon manager non è quello che utilizza il dato manipolandolo a supporto delle proprie tesi bensì quello che interroga il dato stesso per scoprire cose nuove, tendenze e potenzialmente anche problemi. Per capire se si riprodurranno, eventualmente affrontarli e sconfiggerli giorno dopo giorno… #beZucchetti #HRAnalytics #WeareHRZ

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